Chrysemys picta - Tartaruga palustre dipinta

Chrysemys picta - Tartaruga palustre dipinta_associazione_mammagatta

Classificazione:

Sottordine Cryptodira
Superfamiglia Testudinoidea
Famiglia Emydidae
Sottofamiglia Deirochelyinae


Sottospecie:

C. p. bellii
C. p. dorsalis
C. p. marginata
C. p. picta


Chrysemys picta - Tartaruga palustre dipinta_associazione_mammagatta

Origine e habitat naturale:

Ha un ampio range di distribuzione che va dal Canada meridionale attraverso gli Stati Uniti fino al Messico. 
E’ acquatica e preferisce acque basse e lente (paludi, acquitrini, laghi, ruscelli) con abbondante vegetazione e in vicinanza di aree soleggiate. 
Lungo la costa atlantica la si trova anche in acque salmastre. 
Ama esporsi al sole e passa in questo modo molte ore al giorno. 
In inverno va in letargo sott’acqua. 
E’ onnivora e si alimenta di piante e di animali vivi o morti. 
I giovani sono più carnivori rispetto agli adulti.


Aspetto:

Può raggiungere una taglia di 25 cm. 
Il carapace è appiattito, ovoidale, liscio, olivastro o nero, con linee gialle o rosse e con strisce rosse sugli scuti marginali. 
Può essere presente una striscia mediana gialla o rossa. 
Il piastrone è giallo; in C. p. bellii è rosso con un disegno nero. 
La cute è nera od olivastra, con strisce rosse o gialle.

Nelle tartarughe si può distinguere il sesso solo nei soggetti adulti. 
I maschi raggiungono una taglia inferiore rispetto alle femmine; hanno la coda più lunga con la cloaca posta più lontano dal margine del piastrone e hanno le unghie degli arti anteriori più lunghe.


Chrysemys picta - Tartaruga palustre dipinta_associazione_mammagatta

Alimentazione:

Le tartarughe piccole devono essere alimentate tutti i giorni; man mano che crescono la frequenza dei pasti va diminuita, fino ad arrivare a 2-3 volte alla settimana negli individui adulti.

In cattività si deve offrire una varietà più ampia possibile di alimenti: pesciolini; lombrichi; lumache e molluschi; tubifex; pellet per cani di tipo magro; pellet commerciale per trote; insalata; carote grattugiate e foglie di carota, fagiolini, tarassaco, trifoglio; piccole quantità di frutta e altri alimenti adatti alla dieta delle tartarughe erbivore. 
Va in ogni caso evitata l'alimentazione con un solo tipo di alimento, soprattutto con l'uso esclusivo di gamberetti secchi.


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Mantenimento in cattività:

I giovani vanno allevati in acquari forniti di una parte emersa riscaldata; la profondità dell’acqua deve essere di 10-15 cm per i neonati (che sono ottimi nuotatori) e aumentare proporzionalmente man mano la tartaruga cresce, fino a 60 cm per gli adulti.
Uno dei fattori fondamentali per la prevenzione delle malattie è la qualità dell’acqua, che deve essere mantenuta più pulita possibile con l’utilizzo di un buon sistema di filtraggio. 
Per mantenere l’acqua più pulita è utile alimentare i soggetti in una bacinella a parte, e rimetterli nell'acquario un'ora circa dopo il pasto. 
Questo è abbastanza pratico da realizzare con gli adulti, che richiedono di essere alimentati due o tre volte la settimana.
La zona asciutta deve essere riscaldata con una lampada che crei un punto caldo di 32°C, e accanto va posta una lampada UVB. 
La temperatura dell’acqua deve essere di 24-26°C di giorno, con una riduzione di circa 5°C di notte. 
Ciò si ottiene con dei riscaldatori collegati a un termostato, facendo attenzione che le tartarughe, specialmente quelle più grosse, non li danneggino. 
E’ sconsigliabile porre il terrario di fronte a una finestra perché con il sole si surriscalderebbe facilmente. 
Non si deve utilizzare come materiale per il fondo sabbia, ghiaia o altro materiale costituito da particelle che possano essere ingoiate, perché causano facilmente costipazione intestinale.

Durante le giornate calde e soleggiate è un'ottima pratica permettere alle tartarughe di esporsi alla luce solare diretta. 
Si deve prestare la massima cura ad evitare problemi di surriscaldamento, soprattutto per gli esemplari più piccoli, fornendo la possibilità di ripararsi all'ombra. 
La sistemazione ideale consiste nell'allestimento di un laghetto all'aperto, posto in una zona soleggiata, con la possibilità di uscire dall'acqua ed esporsi al sole. 
In queste condizioni gli esemplari adulti possono stare tutto l’inverno all'aperto, andando il letargo sul fondo (nelle zone montane vanno invece ricoverate in un locale non riscaldato durante l'inverno e mantenuti a 10°C).

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