La leggenda della pazzia del Dobermann dovuta alla crescita del cervello nella scatola cranica
Nel corso dei decenni, il Dobermann, di origini tedesche, si è sempre distinto per la sua indole coraggiosa e per il suo attaccamento viscerale nei confronti del padrone.
Dal corpo slanciato e asciutto, come molte altre razze di cani, è stato spesso vittima di alcune dicerie circa la sua natura ad aggredire e ad essere violento nei confronti di altri cani.
Ma tra le tante leggende metropolitane, è ancora diffusa la falsa informazione circa l’ ”impazzimento” del cane a causa di uno schiacciamento del cervello da parte della scatola cranica.
Avrete sicuramente sentito questa frase "Il Dobermann è un cane pericoloso poichè a 7 anni il cervello cresce nella scatola cranica e lo induce alla pazzia!".
Sfatando subito questo mito, no, i dobermann non impazziscono.
Si pensava che nel corso degli anni, il cervello di questo cane continuasse ad aumentare di volume cominciando a comprimere sulla scatola cranica, che ovviamente rimaneva intatta, causando quindi un suo schiacciamento.
Cerchiamo di seguito, di dare una spiegazione il più possibile scientifica, per far capire ai molti che non è vero che questo cane, arrivato ad una certa età, comincia a mordere tutto e tutti senza alcun controllo.
Man mano che il Dobermann cresce, contrariamente a come si pensava, il cervello diminuisce di dimensioni a causa di una atrofia dovuta alla morte di alcune cellule celebrali.
Questa cosa non è solo comune nei cani ma anche nell’uomo.
La scatola cranica invece rimane invariata nelle dimensioni, al massimo diventa più fragile soprattutto quando il cane si avvicina alla vecchiaia.
Quindi la pericolosa compressione del cervello non si verifica e non si è mai verificata.
A sfatare inoltre il mito del "cervello che cresce più della scatola cranica" ovvero "del cranio che smette di crescere e schiaccia il cervello" è sufficiente la constatazione che la compressione della massa cerebrale, anche in misura minima, creerebbe evidenti problemi non solo a livello di umore e di carattere, ma anche a livello motorio e sensoriale.
In altri termini, qualsiasi essere vivente dotato di encefalo racchiuso in scatola cranica, che si trovasse in tali condizioni, avrebbe progressive difficoltà nella deambulazione, nel controllo sfinterico, nell'orientamento e nell'equilibrio, oltre a evidenti deficit visivi, uditivi e sensoriali in genere, fino alla morte, dovuta al graduale e inarrestabile deterioramento cerebrale.
Nei cani l'età della crescita si ferma a 2 anni, quindi é praticamente impossibile che a 7 anni una specifica parte di un organismo si metta a crescere a discapito di un'altra.
Perché si è diffusa questa diceria sul Dobermann?
Il Dobermann è una razza che ha avuto origine dopo diversi incroci con altri cani europei, i quali, hanno sempre manifestato atteggiamenti irrequieti con reazioni improvvise e violente.
In realtà il Dobermann è un cane pacifico, che si lega facilmente alla famiglia alla quale appartiene e nonostante sia impegnativo da controllare (solo perché è un cane curioso e di grandi dimensioni), sa essere giocherellone ed affettuoso oltre che estremamente attento al suo padrone.
Dal corpo slanciato e asciutto, come molte altre razze di cani, è stato spesso vittima di alcune dicerie circa la sua natura ad aggredire e ad essere violento nei confronti di altri cani.
Ma tra le tante leggende metropolitane, è ancora diffusa la falsa informazione circa l’ ”impazzimento” del cane a causa di uno schiacciamento del cervello da parte della scatola cranica.
Avrete sicuramente sentito questa frase "Il Dobermann è un cane pericoloso poichè a 7 anni il cervello cresce nella scatola cranica e lo induce alla pazzia!".
Sfatando subito questo mito, no, i dobermann non impazziscono.
Si pensava che nel corso degli anni, il cervello di questo cane continuasse ad aumentare di volume cominciando a comprimere sulla scatola cranica, che ovviamente rimaneva intatta, causando quindi un suo schiacciamento.
Cerchiamo di seguito, di dare una spiegazione il più possibile scientifica, per far capire ai molti che non è vero che questo cane, arrivato ad una certa età, comincia a mordere tutto e tutti senza alcun controllo.
Man mano che il Dobermann cresce, contrariamente a come si pensava, il cervello diminuisce di dimensioni a causa di una atrofia dovuta alla morte di alcune cellule celebrali.
Questa cosa non è solo comune nei cani ma anche nell’uomo.
La scatola cranica invece rimane invariata nelle dimensioni, al massimo diventa più fragile soprattutto quando il cane si avvicina alla vecchiaia.
Quindi la pericolosa compressione del cervello non si verifica e non si è mai verificata.
A sfatare inoltre il mito del "cervello che cresce più della scatola cranica" ovvero "del cranio che smette di crescere e schiaccia il cervello" è sufficiente la constatazione che la compressione della massa cerebrale, anche in misura minima, creerebbe evidenti problemi non solo a livello di umore e di carattere, ma anche a livello motorio e sensoriale.
In altri termini, qualsiasi essere vivente dotato di encefalo racchiuso in scatola cranica, che si trovasse in tali condizioni, avrebbe progressive difficoltà nella deambulazione, nel controllo sfinterico, nell'orientamento e nell'equilibrio, oltre a evidenti deficit visivi, uditivi e sensoriali in genere, fino alla morte, dovuta al graduale e inarrestabile deterioramento cerebrale.
Nei cani l'età della crescita si ferma a 2 anni, quindi é praticamente impossibile che a 7 anni una specifica parte di un organismo si metta a crescere a discapito di un'altra.
Perché si è diffusa questa diceria sul Dobermann?
Il Dobermann è una razza che ha avuto origine dopo diversi incroci con altri cani europei, i quali, hanno sempre manifestato atteggiamenti irrequieti con reazioni improvvise e violente.
In realtà il Dobermann è un cane pacifico, che si lega facilmente alla famiglia alla quale appartiene e nonostante sia impegnativo da controllare (solo perché è un cane curioso e di grandi dimensioni), sa essere giocherellone ed affettuoso oltre che estremamente attento al suo padrone.