Il corvo imperiale

Il corvo imperiale (Corvus corax Linnaeus, 1758) è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia Corvidae, diffuso in Eurasia, Nordafrica e America Settentrionale.
Assieme al congenere Corvus crassirostris è il più grande rappresentante della propria famiglia, nonché uno fra i massimi esponenti dell'ordine dei passeriformi.


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Originario dell'Eurasia, il corvo imperiale sfruttò il ponte di terra dello stretto di Bering formatosi durante le ere glaciali del Pleistocene per colonizzare il Nord America: si tratta quindi di uno dei pochi animali (fra gli altri vi sono ad esempio l'alce, il lupo e l'orso bruno) ad essere presente in ambedue i continenti senza esservi stato importato dall'uomo. 
Nonostante sia assai ben diffuso e rappresentato in tutto il suo areale, a causa della sua naturale diffidenza e circospezione il corvo imperiale risulta assai più raro da avvistare rispetto ad altri corvidi, come ad esempio le cornacchie.

La sua innata cautela lo porta infatti ad eleggere a propria dimora luoghi selvaggi e relativamente difficili da raggiungere, come aree rocciose e foreste, anche se qualora non venga disturbato dall'uomo può frequentare anche ambienti antropizzati, risultando in alcuni casi addirittura nocivo. 
Se preso in tenera età, il corvo imperiale può essere addomesticato facilmente e dà prova di grande intelligenza, affezionandosi ai propri padroni ed imparando ad imitare la voce umana ed addirittura a risolvere problemi elementari.

Pur essendo un parente abbastanza stretto dei comuni passeri e canarini, si può dire che il corvo imperiale sostituisca gli avvoltoi nell'emisfero boreale. 
Rispetto a questi ultimi, tuttavia, la sua dieta risulta assai più varia, in quanto esso si nutre praticamente di tutto ciò che è in grado di inghiottire dopo averlo spezzettato col forte becco.
Si differenzia dai rapaci poiché non ha il becco adunco.

Aspetto e dimensioni:
Il corvo imperiale è uno dei più grandi Passeriformi viventi: pur non essendo il rappresentante di maggiori dimensioni in assoluto dell'ordine (viene infatti superato dagli uccelli lira e dal congenere Corvus crassirostris, il quale, sebbene abbia dimensioni medie leggermente maggiori, risulti più piccolo di alcuni esemplari di corvo imperiale particolarmente grandi), raggiunge comunque dimensioni ragguardevoli, che spaziano fra i 56 ed i 69 cm di lunghezza, per un'apertura alare che può sfiorare il metro e trenta.
Per quanto riguarda il peso, il corvo imperiale si contende ancora una volta col congenere C. crassirostris il primato di passeriforme più pesante, raggiungendo i 1.600 g negli esemplari più imponenti. 
Il peso medio di questa specie, tuttavia, si attesta attorno al chilogrammo.
Le sottospecie meridionali, diffuse in aree più calde, sono generalmente più piccole e slanciate rispetto a quelle diffuse in ambienti più freddi. 
Inoltre le femmine, a parità d'età, tendono ad essere leggermente più piccole dei maschi.
Il corvo imperiale presenta corpo robusto con zampe piuttosto lunghe e dotate di forti artigli ricurvi. 
La coda è squadrata, ma nella sua parte distale assume una caratteristica forma a cuneo, utile per identificare la specie: le ali sono digitate e piuttosto larghe.
La testa è il carattere morfologico che maggiormente distingue questa specie dalle altre della famiglia dei Corvidi: essa si presenta infatti allungata, con occhi di colore bruno scuro ed un forte becco. Quest'ultimo è piuttosto lungo e leggermente incurvato sul margine superiore, con un abbozzo di uncino in punta: il becco appare però più corto a causa delle piume setolose che ne ricoprono la parte prossimale, oltrepassando il margine di attacco del becco ed andando a formare un anello alla sua base, estendendosi fin quasi al mento sulla mandibola.
Il piumaggio, folto e serrato, è completamente nero, lucido e con riflessi metallici di colore blu-acciaio che appaiono qualora lo si osservi alla luce del sole: a seconda della sottospecie, possono o meno essere presenti sfumature brune su petto e collo, oppure piume biancastre disposte ad anello attorno alla base del becco. Sulla gola, in corrispondenza del gozzo, sono presenti delle particolari piume lanceolate ed erettili, dette barbe, che l'animale utilizza per comunicare il proprio stato d'animo. 
Le zampe sono nude dal tarso in giù, dove si presentano ruvide al tatto e ricoperte sulla loro parte anteriore da un'unica fila di scaglie rettangolari: come anche tutte le altre parti nude del corpo sono nerastre, talvolta con sfumature di colore carnicino in prossimità dell'attaccatura delle unghie. 
Queste ultime sono forti ed a forma di uncino, anch'esse di colore nero lucido. 
Le dita sono quattro, tre rivolte in avanti ed una rivolta all'indietro, assicurando all'animale una salda presa sugli appigli ed un buon equilibrio al suolo. 
L'interno della bocca è di colore rosato o rosso vivo, con lingua appuntita e ruvida di colore rossiccio.

Habitat:
Il corvo imperiale occupa l'areale naturale più vasto fra gli uccelli (oltre 10.000.000 km²): la specie è infatti diffusa in tutta Europa (Isole Canarie, Islanda, Gran Bretagna ed Irlanda comprese, mentre manca quasi del tutto dall'Europa centrale), in Asia centrale e settentrionale (a sud fino all'Iran e all'India settentrionale), in Africa settentrionale, in America Settentrionale e Centrale (ad eccezione degli Stati Uniti sud-orientali) a sud fino al Nicaragua, oltre che in molte isole del Pacifico.
Il corvo imperiale predilige le aree alberate, con presenza nei dintorni di ampi spazi aperti dove cercare il cibo; lo si trova anche lungo le aree costiere con presenza di falesie rocciose, dove l'animale si nutre e nidifica. 
Come intuibile dall'estesissimo areale occupato dalla specie, tuttavia, si tratta di un animale assai adattabile: lo si trova anche nelle aree ghiacciate del Circolo Polare Artico, nelle aree aride e semidesertiche del Nordafrica, fino alle cime dell'Himalaya, dove sono stati osservati esemplari di questa specie a 6.350 m di altezza sul Monte Everest. 
Si può dire che l'unico habitat che il corvo imperiale eviti sia la foresta pluviale.
In Italia, il corvo imperiale risulta piuttosto raro, tanto da comparire fra le specie inserite nel Libro Rosso degli Animali d'Italia: sull'intero territorio nazionale ne è infatti censita una popolazione totale inferiore alle 15.000 unità, con un numero di coppie nidificanti compreso fra le 3.000 e le 6.000, concentrate lungo l'arco alpino, in Sardegna, nel Gargano e lungo l'Appennino Meridionale, ma presenti grossomodo in tutte le aree rocciose del Paese.


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Comportamento:
I corvi imperiali conducono solitamente vita solitaria od in coppie: essi occupano territori che hanno un'estensione che va dai 5 ai 40 km² a seconda delle risorse presenti nella zona. 
Gli individui giovani tendono invece a formare gruppetti di varia entità, mentre gli adulti non ancora accoppiati possono riunirsi in dormitori comuni: più coppie possono infine formare dei gruppi anche piuttosto duraturi in aree dove il cibo è abbondante.
Il comportamento del corvo imperiale, nonostante la maestosità e la forza dell'animale, è assai cauto e prudente: prima di scendere al suolo, esso è solito volteggiare lungamente alla ricerca del minimo segno di pericolo presente sul terreno. 
Soprattutto durante il periodo riproduttivo, però, tale prudenza viene quasi del tutto abbandonata e le coppie di corvi imperiali difendono accanitamente il proprio territorio, inseguendo gli intrusi per chilometri e dando luogo anche a spettacolari combattimenti aerei.
Il volo del corvo imperiale si differenzia nettamente da quello degli altri Corvidi, essendo paragonabile per sveltezza ed agilità a quello dei Rapaci: l'animale è solito descrivere ampi cerchi nel cielo per osservare il territorio alla ricerca di cibo, salvo poi fiondarsi al suolo e riprendere repentinamente quota. 
Al suolo, invece, i corvi imperiali camminano impettiti e dondolando il capo, in maniera simile ai piccioni: quando si appollaiano sugli alberi, invece, possono disporsi sia tenendo il corpo in orizzontale che quasi in verticale, mantenendo in quest'ultimo caso un caratteristico aspetto ingobbito. 
Quando l'animale non vola, le ali vengono sempre tenute piuttosto distanti dal corpo.
Il corvo imperiale è un animale tendenzialmente stanziale: gli individui giovani possono compiere spostamenti di una certa entità (200 km ed oltre) alla ricerca di nuovi ambienti dove stabilire il proprio territorio, mentre le popolazioni residenti nelle aree meno ospitali dell'areale di questa specie possono compiere piccole migrazioni stagionali in caso di stagioni particolarmente inclementi dal punto di vista climatico, come estati particolarmente torride od inverni particolarmente rigidi.
I corvi imperiali comunicano fra loro mediante una vasta e complessa gamma di suoni: finora le vocalizzazioni di questi animali sono state classificate in una serie di categorie che varia a seconda dei pareri da 15 a 34, la maggior parte delle quali ha la funzione di comunicare coi conspecifici. 
Oltre ai suoni effettivamente prodotti con emissione di aria, i corvi imperiali comunicano anche sbattendo rumorosamente le ali od il becco, azione quest'ultima maggiormente osservata nelle femmine rispetto ai maschi. 
La postura del corpo è invece indicativa di sottomissione (quando orizzontale) o dominanza (quando verticale) nei confronti di altri esemplari, oppure di richieste di grooming nei confronti del coniuge.
I corvi imperiali sono inoltre eccellenti imitatori: essi sono infatti in grado di imitare quasi alla perfezione svariati suoni, come versi di altri animali, rumori di attrezzi od anche la voce dell'uomo, imparando intere frasi anche dopo averle ascoltate una sola volta. Qualora i due componenti di una coppia vengano separati, o per qualche motivo uno dei due non riesca a trovare l'altro, essi cominciano a riprodurre i richiami del consorte disperso per incoraggiarne il ritorno.
Ben nota è l'abitudine di questi animali, comune del resto a tutti i corvidi, di impossessarsi di oggetti luccicanti (come pezzi di vetro e metallo) per poi nasconderli o portarli al proprio nido, probabilmente allo scopo di utilizzarli per impressionare i conspecifici.


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Alimentazione:
I corvi imperiali sono animali onnivori ed assai opportunisti: la loro dieta comprende tutto ciò che di commestibile l'animale riesce a trovare, pertanto può variare anche in maniera piuttosto marcata a seconda della latitudine, della stagione e della disponibilità locale di cibo. 
Ad esempio, i corvi residenti nella tundra dell'Alaska sono principalmente carnivori che predano attivamente le arvicole locali oppure si nutrono delle carcasse di caribù e pernice bianca, mentre in altre zone essi possono comportarsi prevalentemente da spazzini, nutrendosi di carcasse e delle larve d'insetti ad esse associate. Qualora possibile, la dieta del corvo imperiale è composta anche da una certa quantità di materiale di origine vegetale, come frutti, bacche e granaglie. 
Per individuare il cibo, il corvo imperiale si serve principalmente della vista e solo in secondo luogo degli altri sensi.
Il corvo imperiale è una delle poche specie di corvidi che preda attivamente altri animali, non comportandosi quindi solo da semplice spazzino: oltre ad insetti ed altri invertebrati, esso si nutre infatti anche di anfibi, rettili, piccoli mammiferi, uccelli (anche di dimensioni paragonabili alle sue) e delle loro uova. 
In caso di necessità, esso non disdegna di rovistare nelle feci alla ricerca di insetti coprofagi e porzioni non digerite di cibo mentre nelle aree scarsamente antropizzate od in quelle dove non viene perseguitato esso frequenta le discariche, dove trova cibo a volontà e spesso si stabilisce in via definitiva, addirittura nidificandovi.
Per procacciarsi il cibo, i corvi imperiali hanno adottato tutta una serie di strategie, alcune delle quali anche molto ingegnose: durante l'inverno, quando il cibo scarseggia, essi sono soliti seguire gli animali carnivori, allo scopo di nutrirsi dei resti delle loro prede. 
Gli alimenti particolarmente coriacei, come gasteropodi e bivalvi dal duro guscio, vengono portati a grandi altezze, per poi essere lasciati cadere al suolo, dove si frantumano, dando modo all'animale di cibarsi delle parti molli uscite allo scoperto. 
I corvi sono inoltre assidui frequentatori delle colonie nidificanti di urie, cormorani e gabbiani, dove depredano i nidi lasciati incustoditi: in caso non trovino nessun nido del genere, essi infastidiscono gli uccelli al fine di farsi inseguire, così da poterli seminare in volo ed accedere alle uova o ai nidiacei rimasti soli.
Il corvo imperiale è solito immagazzinare il cibo in surplus (in particolare i cibi ricchi di grassi, ma anche granaglie ed ossa) in appositi nascondigli, che l'animale ha cura di dislocare in vari luoghi, sicché, qualora una di queste dispense venga scoperta e depredata (cosa che succede assai regolarmente fra i corvi), l'animale non rimanga a bocca asciutta. 
I corvi, infatti, si osservano a vicenda durante i banchetti a base di carcasse, in modo tale da poter localizzare le dispense dei conspecifici e depredarle durante la loro assenza. 
Per evitare questi furti gli animali spesso si allontanano anche di molto dal proprio territorio, al fine di nascondere il proprio bottino al riparo da occhi indiscreti, oppure scavano falsi nascondigli, riempendoli con sassi od altro materiale non commestibile, al fine di depistare gli eventuali ladri. 
Oltre a derubarsi a vicenda, i corvi imperiali possono saccheggiare le provviste anche ad altre specie, come ad esempio la volpe artica.
Accanto ad atti di opportunismo ai danni del prossimo, il corvo imperiale mostra anche atti di generosità apparentemente disinteressata: ad esempio, i giovani (soprattutto quelli più forti, dalla posizione sociale elevata nell'ambito di un gruppo), una volta individuata un'abbondante fonte di cibo (come ad esempio una grossa carcassa), sono soliti emettere forti richiami al fine di attirare i gruppetti di giovani nelle vicinanze. 
Questo comportamento è stato interpretato da alcuni studiosi come finalizzato alla creazione di una disparità numerica notevole fra i giovani e gli adulti presenti nei pressi della fonte di cibo, condizione questa necessaria per permettere ai primi di cibarsi senza essere scacciati da questi ultimi.

Riproduzione:
I corvi imperiali sono animali rigidamente monogami: le coppie si formano in giovane età e si sciolgono solo con la morte di uno dei due coniugi, anche se occasionalmente possono essere osservati episodi di infedeltà, con le femmine che ricevono altri maschi nel nido mentre i maschi non sono presenti. 
La scelta del partner avviene in base alle doti di intelligenza ed abilità nel procacciarsi il cibo mostrate dall'animale, piuttosto che in base a prove di forza.
Una volta formatasi la coppia, i due componenti si stabiliscono in un territorio e danno il via alla costruzione del nido: quest'ultimo, solitamente posto in luoghi poco accessibili (scarpate rocciose, cime di alberi molto alti, edifici abbandonati da tempo), consiste in una grossa coppa larga fino a un metro e profonda una trentina di centimetri, formata da una grossolana impalcatura di rami foderata all'interno con rametti più sottili, fango e materiale morbido come pelo, piume e licheni. 
La coppia tende ad utilizzare sempre il medesimo nido per allevare la prole, a meno che non accada qualche evento che ne spinga i componenti ad abbandonarlo in cerca di altri siti meno accessibili: ogni anno esso viene rimaneggiato con l'aggiunta di nuovi rametti, sicché i vecchi nidi raggiungono dimensioni abbastanza imponenti.
A partire da febbraio comincia il periodo riproduttivo, che tuttavia avrà il suo culmine solo a partire dal mese di marzo (ancora più tardi in aree particolarmente fredde, mentre in Pakistan la deposizione delle uova avverrebbe addirittura in dicembre). 
Le coppie cominciano ad eseguire i caratteristici voli nuziali durante i quali i due coniugi raggiungono grandi altezze per poi gettarsi velocemente verso il basso, capovolgendosi durante la picchiata, ed infine risalire in quota con volo spiralato: durante tutta l'operazione, ambedue i sessi emettono un verso che suona come k-long k-long. 
Al termine di questi voli, appartatisi nei pressi del nido, il maschio si impone alla femmina in posizione di dominanza, ritto sulle zampe e col piumaggio arruffato, mentre quest'ultima si pone in posizione subordinata, tenendo il corpo orizzontale e la testa abbassata: a questo punto il maschio si inchina spasmodicamente davanti alla consorte, tenendo le ali pendule ed arruffando le piume del capo, mentre la membrana nittitante bianca dell'occhio viene alzata ed abbassata. 
Se la femmina è ricettiva, allora imita la postura del maschio, tenendo la coda piegata lateralmente: è a questo punto che ha luogo l'accoppiamento.
Le uova, in numero variabile da tre a sette, vengono deposte a intervalli di 24-48 ore: esse hanno colorazione verde-bluastra, con maculature di grigio e di bruno, ed in proporzione alla mole dell'adulto appaiono straordinariamente piccole. 
La femmina le cova per le tre settimane necessarie all'incubazione, durante le quali non si alza mai dal nido e viene nutrita dal maschio con cibo rigurgitato. 
Durante la cova delle uova, i corvi imperiali divengono ancora più circospetti del solito: prima di avvicinarsi al nido, il maschio si pone a una certa distanza per accertarsi che non vi siano estranei nei dintorni, e solo dopo aver scrutato per bene il territorio si azzarda a raggiungere la consorte. 
Allo stesso modo, per allontanarsi senza essere visto, l'animale si muove verticalmente verso il basso, per poi riprendere quota in un punto lontano dal nido, depistando eventuali malintenzionati. Qualora tuttavia qualche predatore (come i grossi rapaci, sia diurni che notturni, oppure qualche canide o mustelide) scopra ugualmente l'ubicazione del nido e tenti di trafugarne le uova od i nidiacei, spesso viene messo in fuga dall'azione congiunta dei due genitori infuriati, che possono attaccare direttamente l'intruso a colpi di becco, oppure bersagliarlo con pietre che lasciano cadere dall'alto. 
Possono essere aggrediti anche animali predatori che si avvicinino al nido anche solo casualmente.
I nidiacei vengono nutriti con copiose quantità di cibo rigurgitato dal maschio, e già a partire dal primo mese di vita si avventurano ai bordi del nido, sebbene solitamente non s'involino prima del compimento del secondo mese di vita: anche una volta in grado di volare, continuano a venire nutriti da ambedue i genitori con pezzetti di carne, e se ne separano solo dopo il sesto mese di vita. Molti giovani corvi rimangono con gli adulti fino alla successiva stagione degli amori.
La maturità sessuale viene raggiunta da ambo i sessi attorno ai tre anni d'età, anche se comportamenti accostabili ad atti di corteggiamento sono osservabili già a partire dal secondo anno di vita, specialmente nei mesi autunnali ed invernali: raramente però le femmine depongono le uova prima di aver compiuto i 4 anni.
I giovani corvi imperiali, assai simili agli adulti, anche se di minori dimensioni e dagli occhi di colore grigio-bluastro anziché bruno, si riuniscono in gruppetti composti mediamente da una quindicina d'individui: essi sono estremamente curiosi e mostrano interesse per qualsiasi novità venga loro proposta (in particolare per gli oggetti tondi e luccicanti), curiosità che tuttavia perderanno gradualmente con l'età adulta, al punto di diventare spiccatamente neofobici durante la vecchiaia. 
I giovani sono inoltre soliti mostrare comportamenti fini a sé stessi, identificabili con il gioco: ad esempio, sono stati osservati dei giovani scivolare sulla neve per puro divertimento, oppure servirsi di volpi o cani affamati come ignari compagni per l'acchiapparella. 
Anche in età adulta, i corvi mostrano comportamenti interpretabili come forme di gioco: un esempio sono i voli acrobatici, che parrebbero non avere alcun altro scopo se non quello di procurare divertimento all'animale.
I corvi imperiali sono uccelli piuttosto longevi: mentre in natura vivono al massimo fino a 15 anni, gli esemplari tenuti in cattività oltrepassano anche di molto questo limite, superando i 40 anni d'età ed arrivando in alcuni casi a sfiorare gli 80.


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Intelligenza:
Fra gli uccelli, i corvi imperiali sono quelli dotati di cervello di maggiori dimensioni in proporzione al corpo: non deve perciò stupire il fatto che essi diano prova di grande intelligenza. 
Sono infatti in grado di imparare ciò che gli viene insegnato e addirittura di elaborare in maniera del tutto autonoma risposte efficaci per i problemi che vengono loro presentati.
I corvi possono inoltre spingere animali di altre specie a compiere lavori vantaggiosi per entrambi gli animali, che il corvo non sarebbe in grado di svolgere da solo: ad esempio, essi utilizzano i propri richiami per attrarre lupi e coyote nei pressi di carcasse di animali morti da poco, in modo tale che questi aprano la carcassa, rendendo le interiora accessibili ai corvi.

Rapporti con l'uomo:
Sebbene in alcune parti del proprio areale sia stato registrato un declino delle popolazioni, dovuto alla perdita dell'habitat naturale e in alcuni casi anche alla persecuzione diretta da parte dell'uomo, il corvo imperiale risulta un animale assai comune nel proprio areale, sebbene piuttosto difficile da avvistare ed osservare, a causa della sua naturale riservatezza: in alcune aree, come ad esempio il deserto del Mojave, la specie ha addirittura prolificato in maniera tale da risultare nociva, poiché danneggia i raccolti nutrendosi di frutti e granaglie, mentre pare abbastanza difficile che i corvi imperiali siano in grado di sopraffare agnelli, capretti e vitelli sani, come lamentato dagli allevatori: probabilmente le supposizioni di attacchi ai giovani animali si basano su osservazioni di corvi imperiali intenti a banchettare con carcasse di animali morti per altre cause oppure poco vitali alla nascita, ai quali perciò essi si sono limitati a dare il colpo di grazia.
Le crescite esplosive della popolazione di corvi sono solitamente avvenute in zone precedentemente aride nelle quali è avvenuto l'insediamento dell'uomo, con conseguente realizzazione di pozzi e discariche, ossia fonti permanenti di cibo ed acqua per i corvi, i quali si sono moltiplicati (spesso a discapito di altre specie autoctone, da essi predate).
Per fronteggiare l'eccessivo accrescimento delle popolazioni di corvo imperiale, i governi locali hanno proceduto spesso con programmi di abbattimento selettivo od intrappolamento e rilascio in luoghi distanti: in altri Paesi, come la Finlandia, il problema è stato affrontato ponendo un premio in denaro per ciascun animale ucciso, pratica questa utilizzata sin dalla metà del XVII secolo e rimasta in uso sino al 1923, quando venne abolita.


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Il corvo imperiale come animale domestico:
Quando gli scambi commerciali non erano così immediati e gli animali esotici erano assai rari sul mercato e perciò assai costosi, il corvo imperiale rappresentava per l'uomo ciò che può essere oggi un pappagallo di grosse dimensioni od un merlo indiano: un uccello assai intelligente, anche se ombroso e poco incline alle sdolcinatezze, tuttavia apprezzatissimo per la sua capacità di imitare la voce umana e beniamino anche di più generazioni, grazie alla sua mirabile longevità.
Attualmente, in Italia l'abitudine di tenere questi uccelli come animali da compagnia, già di per sé piuttosto rara a causa dell'inaccessibilità delle zone di nidificazione e quindi della difficoltà di reperimento dei nidiacei, è regolamentata dalla legge 157/92, che dichiara gli animali selvatici patrimonio indisponibile dello Stato e ne vieta pertanto la cattura e la detenzione a privati in assenza di certificati di nascita in cattività ed inanellamento.
Se preso da piccolo, il corvo imperiale diventa un animale estremamente docile (anche se non molto affettuoso), che può essere educato ed addirittura addestrato alla stregua di un cane. 
Lo si può nutrire con cibo per cani e vari tagli di carne, sporadicamente anche con animali interi (come ratti e conigli) per stimolarne l'attività mentale: di tanto in tanto possono essere somministrati anche pezzi di frutta e verdura ed uova.
Gli esemplari tenuti sin dalla giovane età possono tranquillamente essere tenuti liberi in quanto non si allontanano, sebbene qualora presi troppo piccoli (prima dell'involo, che avviene attorno al secondo mese di vita) non conoscono ancora i metodi di picchiata e discesa, pertanto tendono a girovagare senza posa attorno al luogo dove vorrebbero atterrare, finendo per allontanarsene sempre più e perdersi. 
Per evitare ciò, si può pensare di spuntare leggermente le remiganti primarie delle ali, in modo da rendere più faticoso il volo per l'animale e quindi impedirgli di allontanarsi troppo: col tempo, tuttavia, tale espediente si rivela superfluo in quanto il corvo è un animale stanziale. 
Per un primo periodo di acclimatamento al nuovo ambiente, oppure per non far correre all'animale ancora inesperto il pericolo di trascorrere la notte all'aperto in balia dei predatori, è possibile alloggiare il corvo (od i corvi) in una voliera, abbastanza grande da permettere all'animale di spiegare completamente le ali e compiere un breve volo.
Le gabbie utilizzate per i grossi pappagalli, coi quali questo animale viene costantemente associato a causa della sua intelligenza vivace, si rivelano però del tutto inappropriate per il corvo, che richiede uno sviluppo orizzontale della gabbia piuttosto che verticale, in quanto non si arrampica lungo le sbarre, ma saltella come i passeri. In caso di soggiorno in voliera, è opportuno ricoprire il fondo della stessa con materiale sabbioso o ciottoloso come la comune lettiera per gatti, la quale, oltre a rappresentare uno svago per l'animale e una fonte di ciottoli da tenere nel ventriglio per meglio triturare il cibo, ha anche la funzione di assorbire e rendere facilmente removibili le deiezioni del corvo imperiale, che hanno un odore piuttosto sgradevole in virtù della dieta di questo animale. 
Qualora tenuto per lunghi periodi in una gabbia inadeguata per le sue esigenze di movimento ed in assenza di stimoli, il corvo imperiale cade ben presto in depressione. 
I primi sintomi di questo male sono la perdita della lucentezza del piumaggio e l'apatia: in seguito, l'animale comincia a strapparsi le piume della groppa e a rifiutare il cibo, fino a morire d'inedia.
Un tempo, i corvi venivano cacciati od allevati appositamente per prenderne le rachidi delle penne, dalle quali si ricavavano ottimi plettri per i salterelli del clavicembalo; essi hanno inoltre trovato impiego, sebbene assai raramente, nella falconeria.

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