Pipistrello
I chirotteri (Chiroptera Blumenbach, 1779) sono un ordine di mammiferi placentati comunemente noti come pipistrelli.
È il secondo gruppo di mammiferi più numeroso dopo i roditori, comprendendo circa il 20% delle specie descritte.
Il termine scientifico Chiroptera deriva dalle due parole greche χείρ chéir, "mano" e πτερόν pterón, "ala", con chiara allusione alla peculiarità dell'arto superiore.
I due sottordini hanno rispettivamente i prefissi micro- e macro- ad evidenziare la differenza di dimensione tra i due gruppi, sebbene i più grandi microchirotteri siano molto più grandi dei più piccoli megachirotteri.
Il nome comune pipistrello deriverebbe dal latino vespertīliō -ōnis, a sua volta derivato da vesper -is, ovvero sera, attraverso varie alterazioni avvenute nel tempo come vipistrello o vispistrello.
Se nella lingua inglese e in quella spagnola esiste un singolo termine, bat e murciélago, in altre lingue come quella francese e tedesca, sono presenti delle combinazioni di parole per identificare questi animali.
Nella prima sono conosciuti come chauves-souris, letteralmente "topi glabri", mentre nella seconda il termine è Fledermäuse o Fledertiere, ossia "topi volanti" o "bestie volanti".
All'ordine dei Chirotteri appartengono gli unici mammiferi in grado di volare e compiere manovre complesse in aria.
La specie più piccola, il pipistrello calabrone non pesa più di 2 grammi ed è ritenuto, insieme al mustiolo etrusco, il più piccolo mammifero al mondo, mentre le più grandi sono alcune specie del genere Pteropus e Acerodon, che raggiungono un peso di circa 1,6 kg e un'apertura alare fino a 1,8 metri.
I chirotteri hanno una diffusione pressoché planetaria, con esclusione soltanto delle regioni polari e circumpolari e di alcune isole oceaniche remote.
Nelle zone tropicali hanno raggiunto la massima diversità, dove sono in assoluto l'ordine di mammiferi più numeroso.
In considerazione del loro esteso areale, anche gli habitat dove vivono sono innumerevoli, poiché si possono incontrare nelle foreste tropicali e temperate, nei deserti, praterie, savane e in ambienti urbani e suburbani.
Generalmente vivono a quote non elevate, sebbene siano presenti forme adattate a climi montani.
Predatori:
Sebbene la mortalità sia elevata nel primo anno di vita, questa diventa molto più bassa negli anni successivi, grazie soprattutto all'inaccessibilità dei loro rifugi.
Il momento di maggiore vulnerabilità si verifica quando i grandi gruppi abbandonano le grotte nelle prime ore serali, oppure qualora occupino siti più esposti, come gli alberi o la vegetazione bassa. Sono numerosi gli animali che cacciano pipistrelli, e questi includono serpenti, rapaci notturni, uccelli da preda, alcuni passeriformi, piccoli carnivori come le genette, i gatti domestici e non ultimo l'uomo.
Lo sparviero dei pipistrelli, sembra sia l'unica specie di predatore veramente specializzato nel cacciare i chirotteri.
Anche alcune specie stesse di pipistrelli sono in grado di cacciare altri pipistrelli.
In alcune grotte del Venezuela sono state osservati attacchi da parte della scolopendra gigante verso almeno tre piccole specie di Microchirotteri.
Rapporti con l'Uomo:
I pipistrelli nella catena alimentare hanno un determinante ruolo nell'equilibrare le popolazioni di insetti, tra i quali anche i più dannosi per l'uomo e per le sue attività.
Tuttavia un ruolo molto importante, in particolare nelle zone tropicali, è quello dell'impollinazione di molte specie floreali, sia selvatiche che di interesse economico o nella dispersione di semi. Di notevole valore è anche la produzione di guano, reperibile all'interno delle grotte utilizzate come siti di riposo per molte specie gregarie, il quale è considerato una delle forme più pregiate di fertilizzante.
Non da meno è da prendere in considerazione il fatto che alcuni pipistrelli frugivori vengono utilizzati da alcune popolazioni come fonte alimentare.
La loro carne è considerata una prelibatezza nelle Seychelles, in Indocina, in Indonesia, nelle Filippine e in diverse isole dell'Oceano Pacifico.
Recentemente i veri pipistrelli vampiri della sottofamiglia dei Desmodontini sono divenuti un importante oggetto di ricerche scientifiche nel campo medico, in virtù delle caratteristiche anticoagulanti di una proteina presente nella loro saliva, la desmoteplase che potrebbe avere notevoli vantaggi nelle cura e nella prevenzione di malattie come l'ischemia.
Rifugio per pipistrelli:
Un rifugio per pipistrelli è una costruzione utilizzabile dai pipistrelli come posatoio e rifugio, solitamente realizzata in legno.
Tali manufatti si distinguono dalle casette nido per uccelli sia per le caratteristiche con cui sono realizzati, sia per la funzione che sono chiamate ad assolvere.
I pipistrelli, infatti, essendo mammiferi, non conoscono le fasi di nidificazione e cova che sono tipiche degli uccelli: pertanto, le cassette a loro dedicate servono a garantire rifugio nelle ore in cui non sono a caccia di insetti e, per questo motivo, possono pertanto essere occupate durante tutto l'anno anziché in specifiche stagioni.
Dal punto di vista costruttivo, poi, le cassette per pipistrelli, rispetto a quelle per uccelli, sono dotate di aperture solitamente molto più piccole, ubicate spesso nella parte inferiore della scatola.
Le prime attestazioni dell'uso di rifugi per pipistrelli in Italia risalgono ai primi anni del '900, quando, durante la Bonifica dell'Agro Pontino, furono installati enormi pipistrellai, in forma di torri a tronco-piramidali come strumento di lotta biologica contro la malaria, seguendo l'esempio americano.
Al pari delle casette per gli uccelli, gli analoghi manufatti per pipistrelli vengono collocati in molteplici contesti e habitat, adatti allo scopo: di solito, alberi o grossi arbusti, o la parte sottostante i cornicioni delle case, dove i rifugi offrono ai pipistrelli un posto idoneo per dormire, ripararsi dalle intemperie e riprodursi.
Sono sempre più presenti anche nei giardini pubblici o privati come elemento decorativo e per garantire un'abitazione per tutte quelle specie di chirotteri che, nelle città, fanno sempre più fatica a trovare ripari sicuri, finendo spesso incastrati nelle grondaie o schiacciati da tegole e basculanti di autorimesse.
I rifugi per pipistrelli vengono anche collocati in ambienti che risentono della proliferazione di grandi quantità di insetti nocivi, come le zanzare, che costituiscono una importante fonte di nutrimento per i pipistrelli.
E' preferibile installare le casette per pipistrelli nel mese di marzo, all'arrivo della buona stagione, i pipistrelli le possano trovare durante i loro primi voli al risveglio dal letargo invernale.
È quindi importante scegliere con cura la loro posizione: sul muro di un edificio, sul tronco di un albero poco frondoso, oppure su un palo ben fissato al suolo.
Meglio un luogo poco rumoroso e poco frequentato.
La cosa più importante è l’altezza dal suolo: sistemata in alto per renderla difficilmente raggiungibile dai predatori dei pipistrelli, ma non irraggiungibile per le pulizie di manutenzione, è importante controllare periodicamente che i ragni non vi nidifichino.
Essenziale che non sia illuminata da luci dirette durante la notte, perché gli inquilini non riuscirebbero più a capire quando è notte o giorno, perdendo la possibilità di uscire a caccia nel momento per loro migliore: il tramonto.
La stagione della caccia:
Con i primi tepori primaverili, svegliati dal letargo, i pipistrelli si spostano verso le loro residenze estive, volando in alcuni casi anche per centinaia di chilometri.
In questa stagione il rifugio ideale deve essere non troppo distante dalla zona di caccia notturna, in un luogo protetto e fresco, che permetta ai pipistrelli di abbassare la temperatura del corpo durante il riposo diurno, risparmiando così energia.
Le specie più diffuse nelle aree urbane d’Italia, che possono abitare le bat box sono:
- il pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii), la specie più frequente in città;
- il pipistrello di Savi (Hypsugo savii), che può arrivare a cacciare fino a 100 m di altezza dal suolo;
- il pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus) che, con i suoi 7 grammi di peso, è il secondo pipistrello più piccolo in Europa;
- l’orecchione grigio (Plecotus austriacus), che predilige i rifugi in edifici storici e chiese.
Utilità nella lotta biologica:
Molte specie di pipistrello sono minacciate dalla pressione antropica e la predisposizione di adeguate cassette può essere d'aiuto al sostenimento di popolazioni localmente importanti per la loro funzione ecologia: i pipistrelli, infatti, sono predatori naturali di zanzare e insetti e proprio per questo, in varie parti del mondo, sono sfruttati come mezzi in grado di controllarne la proliferazione.
Si calcola che, in una sola notte, un singolo pipistrello sia in grado di mangiare dai 1.500 ai 2.000 insetti, tra cui una significativa percentuale di zanzare (da 500 a 1000 zanzare per notte), così come altri insetti nocivi.
I pipistrelli si mostrano efficaci anche per il controllo delle popolazioni di zanzara tigre (Aedes albopictus), le quali, sebbene abbiano abitudini diurne, presentano il momento di massimo volo al tramonto, in coincidenza con il picco di attività dei pipistrelli.
I rifugi per pipistrelli sono uno strumento ecocompatibile di lotta biologica e integrata alle zanzare e permettono di evitare l'uso di insetticidi che, per la loro scarsa selettività, hanno spesso un impatto negativo maggiore sui predatori piuttosto che sulle zanzare.
I pipistrelli nella cultura popolare:
Fin dall'antichità il pipistrello ha destato un interesse particolare dovuto soprattutto alla sua attività notturna e al fatto di essere una creatura volante non appartenente al mondo degli uccelli.
Le loro particolari abitudini e comportamenti li hanno inseriti nel folklore di innumerevoli culture, dalla Grecia antica agli Indiani d'America attraverso le civiltà pre-colombiane e le tribù africane.
Tuttavia il loro ruolo, in particolare nell'ambito religioso, ha connotati diversi.
Se tra i cinesi essi sono tenuti in grande riguardo, e per i buddisti sono considerati talvolta sacri, nella cultura romana e cristiana, il pipistrello era visto come un essere vicino al diavolo e di esso era la trasposizione vivente.
Il suo significato sinistro attraverso la sua associazione con le tenebre e le caverne è stato spesso rappresentato da artisti medioevali che raffiguravano le figure demoniache con ali di pipistrello, in contrapposizione alle figure angeliche ornate di ali piumate d'uccello.
Fu per questo motivo che i primi esploratori nel vedere per la prima volta le gigantesche volpi volanti d'Australia credevano di avere di fronte un vero e proprio demone.
Altri esempi risiedono nella cultura Maya dove esso rappresentava una potente divinità, nota con il nome di Zotz, che governava le caverne e il regno delle tenebre.
Morfologia:
Generalmente i pipistrelli hanno 7 vertebre cervicali, 11 toraciche, 4 lombari e da 0 a 10 caudali.
In alcune forme l'ultima cervicale e la prima toracica sono fuse tra loro.
La cintura scapolare è solitamente più sviluppata del bacino, mentre lo sterno è carenato.
Il cranio può assumere diverse forme in funzione della specializzazione delle diverse specie ed ha le suture ossee che tendono a fondersi con l'avanzare dell'età.
L'emisfero cerebrale è liscio e non si estende posteriormente oltre il cervelletto.
Il sistema muscolare dell'arto superiore è più complesso rispetto a quello degli Uccelli.
Nei chirotteri sono presenti 3 muscoli maggiori discendenti, il pettorale, il sottoscapolare e il serrato anteriore e 2 ascendenti, il deltoide e il trapezio, mentre negli uccelli è presente soltanto una coppia.
La maggior parte di essi sono attaccati alle scapole e soltanto il serrato anteriore è unito allo sterno.
Il numero dei denti permanenti varia tra 20 dei veri vampiri e 38 dei generi Kerivoula e Myotis, mentre quelli da latte solitamente sono 22.
Gli incisivi possono essere mancanti, come nel genere Aproteles od arrivare fino a 10.
Generalmente sono piccoli, con il bordo tagliente talvolta provvisto di una o più cuspidi più o meno sviluppate, soltanto nei veri vampiri sono molto grandi ed affilati.
Infatti, contrariamente all'iconografia classica del vampiro, non sono i canini ma bensì gli incisivi a lacerare la cute della loro vittima per far fuoriuscire il sangue.
I canini hanno generalmente la caratteristica forma appuntita, la lunghezza varia tra le diverse specie e talvolta presenta una cuspide secondaria ben sviluppata, situata posteriormente.
Il numero dei premolari varia dalla loro totale assenza fino a un massimo di tre per semi-arcata, sono piuttosto ridotti nelle dimensioni e raramente dello stesso aspetto degli altri denti masticatori.
Talvolta il terzo premolare è deciduo e talmente ridotto da venire compresso tra i due denti adiacenti e fuoriuscire dalla linea alveolare.
Sono presenti fino a un massimo di tre molari per semi-arcata, l'ultimo generalmente è sempre il più piccolo.
La disposizione delle cuspidi assume in linee generali due configurazioni, legate principalmente alla dieta.
Nei pipistrelli frugivori e nettarinivori la superficie occlusiva dei molari presenta cuspidi basse disposte in file biseriali e con un solco più o meno profondo che la attraversa longitudinalmente.
Nel resto dei chirotteri le cuspidi assumono una caratteristica disposizione a W, condizione presente anche negli insettivori, ognuna collegata all'altra attraverso creste ben distinte di smalto.
Il corpo è generalmente ricoperto di una fitta pelliccia, tranne che i membri del genere Cheiromeles completamente privi di peli visibili. In alcune specie l'attaccatura delle membrane alari è talmente alta lungo la spina dorsale da far apparire la schiena completamente nuda.
La testa può assumere una notevole varietà di forme, associate principalmente alle abitudini alimentari e ai metodi di procurarsi il cibo.
Può essere corta e larga oppure stretta ed allungata.
Le orecchie sono grandi, talvolta eccezionalmente enormi, e hanno la funzione nei Microchirotteri di raccogliere le onde sonore riflesse emesse dagli stessi animali per l'ecolocalizzazione.
Gli occhi variano notevolmente nelle dimensioni, essendo quasi atrofizzati nei Microchirotteri, mentre sono grandi negli Pteropodidi, abili anche ad una visione a colori.
Nella maggior parte delle specie è presente un'escrescenza carnosa sul naso, chiamata foglia nasale, che ha la funzione di regolare ed indirizzare il fascio di onde sonore emesse dall'animale tramite il naso o la bocca.
Negli Pteropodidi tale formazione è assente.
Le narici in alcune specie si protendono verso l'esterno fino a prendere la forma di due piccoli cilindri.
Solitamente sono presenti delle ghiandole odorifere, le quali producono una sostanza che emana un forte odore simile al muschio.
Sono posizionate in diverse parti del corpo, sulla gola o sul collo oppure sopra le superfici alari.
Il ginocchio è rivolto all'indietro, a causa della rotazione degli arti inferiori, che sostengono la membrana alare.
I piedi sono di proporzioni normali.
Le loro dita sono solitamente munite di grossi artigli.
La coda è quasi sempre presente e di dimensioni variabili.
Molte volte è inclusa nell'uropatagio, altre volte ne è libera totalmente o parzialmente.
Può anche superare nettamente in lunghezza l'uropatagio stesso. Nella famiglia dei Nitteridi assume un'insolita forma a T.
Le ali si sono sviluppate dalla modifica sostanziale dell'arto superiore, dove l'avambraccio e, ancor di più, le ossa metacarpali e le falangi della mano hanno subito un allungamento sproporzionato. Le dita sono unite tra loro da una membrana cutanea vascolarizzata, chiamata patagio, la quale si estende fino ai fianchi del corpo e agli arti inferiori.
In gran parte delle specie esiste un'ulteriore membrana tra le zampe, chiamata membrana interfemorale o uropatagio, e che talvolta può incorporare la coda.
Solitamente alla base della caviglia è posizionato uno sperone cartilagineo, chiamato calcar che permette il dispiegamento e la sostentazione di tale membrana.
Le proporzioni alari variano notevolmente tra le diverse specie e possono essere lunghe e strette nei pipistrelli che hanno bisogno di grande autonomia, oppure corte e larghe in quelli che sono soliti effettuare manovre rapide e con improvvisi cambi di direzione, specialmente nella fitta vegetazione o in presenza di ostacoli molto vicini tra loro.
Sono state registrate velocità variabili tra i 16 km/h nel pipistrello nano e i 64 km/h nel serotino bruno.
Comportamento:
I pipistrelli si rifugiano all'interno di grotte, fessure rocciose, fitta vegetazione, cavità negli alberi, negli edifici e in luoghi più esposti come grandi alberi spogliati del fogliame.
Tali ricoveri però possono cambiare stagionalmente anche all'interno delle attività di una stessa specie, dove per esempio, si può notare l'utilizzo di caverne ed altri siti sotterranei durante i periodi invernali e quello di alberi cavi durante i mesi più caldi. Normalmente formano grandi colonie, tuttavia molte specie vivono solitarie o in piccoli gruppi prevalentemente famigliari.
Non è raro osservare assembramenti di migliaia se non addirittura milioni di individui.
Uno dei vantaggi nell'aggregarsi è quello di poter conservare il più a lungo possibile il calore corporeo.
Nei siti di riposo, i chirotteri assumono la caratteristica disposizione a testa in giù.
Questa posizione facilita notevolmente la fase iniziale del volo, poiché permette di lanciarsi, dispiegare le ali e prendere velocità facilmente.
Alcuni Pteropodidi possono però mantenere una posizione eretta a testa all'insù, in modo particolare se si trovano sui rami degli alberi, reggendosi con gli artigli dei lunghi pollici.
Durante il riposo possono passare molto tempo a pulirsi ed ordinarsi la pelliccia, utilizzando la lingua oppure le dita dei piedi.
La maggior parte dei pipistrelli viventi utilizza l'ecolocalizzazione per orientarsi e catturare le prede.
Oltre all'emissione di questi segnali ad alta frequenza vengono emessi anche suoni per esprimere emozioni o per comunicare. Alcuni tipi di richiamo sono utilizzati in atteggiamenti aggressivi tra vari individui, comunicazioni tra madri e figli e durante i rituali di accoppiamento.
Sono state osservate delle vibrazioni corporee in diverse specie in cattività, particolarmente quando sono a riposo o prima di addormentarsi.
Nelle regioni più fredde dell'areale, durante le stagioni fredde, molte specie hanno sviluppato una fase di ibernazione, durante la quale il metabolismo si riduce notevolmente, e nella quale il consumo di ossigeno raggiunge un livello di circa un centesimo del consumo normale.
Inoltre possono anche ridurre le funzioni vitali durante l'inattività diurna abbassando notevolmente la temperatura corporea.
Alcune forme però preferiscono la migrazione in zone più calde o con una disponibilità di cibo maggiore.
I pipistrelli utilizzavano fasci di suoni ad alta frequenza per orientarsi e catturare le prede.
Tuttavia non sono gli unici animali che utilizzano questo sistema in natura.
Anche gli odontoceti, le focene, alcune specie di toporagni e tenrec, il guaciaro e alcune specie di rondoni hanno sviluppato funzionalità simili principalmente per orientarsi negli ambienti oscuri dove vivono, come le caverne, il sottosuolo o le profondità marine.
Gli ultrasuoni vengono generati nella maggior parte delle forme attraverso la laringe, sebbene in alcuni rossetti questi vengano prodotti dallo schioccare della lingua sul palato.
Il fascio di suoni successivamente fuoriesce dalla bocca oppure in alcune famiglie attraverso il naso.
Una volta colpito il bersaglio l'eco di ritorno viene catturato dal padiglione auricolare ed elaborato successivamente all'interno dell'orecchio stesso, in una particolare zona detta fovea acustica, dove risiedono un gruppo di neuroni sintonizzati su una strettissima banda di alte frequenze.
Normalmente tali impulsi vengono emessi a frequenze variabili da 25 a 100 kHz, anche se alcune specie possono arrivare ad emettere suoni a 150 kHz.
Alimentazione:
I membri di quest'ordine sono caratterizzati da una dieta alquanto eterogenea, variando dalle forme frugivore o nettarinivore a quelle obbligatoriamente carnivore, ematofaghe o piscivore.
La maggior parte cerca cibo in prossimità di corsi d'acqua, laghi e stagni.
Gran parte dei chirotteri necessita di una quantità d'acqua o di cibi umidi maggiore di altri mammiferi di peso equivalente a causa dell'elevata evaporazione dovuta alle superfici alari.
In funzione delle loro abitudini alimentari, i chirotteri possono essere suddivisi in sei gruppi ben distinti.
È il secondo gruppo di mammiferi più numeroso dopo i roditori, comprendendo circa il 20% delle specie descritte.
Il termine scientifico Chiroptera deriva dalle due parole greche χείρ chéir, "mano" e πτερόν pterón, "ala", con chiara allusione alla peculiarità dell'arto superiore.
I due sottordini hanno rispettivamente i prefissi micro- e macro- ad evidenziare la differenza di dimensione tra i due gruppi, sebbene i più grandi microchirotteri siano molto più grandi dei più piccoli megachirotteri.
Il nome comune pipistrello deriverebbe dal latino vespertīliō -ōnis, a sua volta derivato da vesper -is, ovvero sera, attraverso varie alterazioni avvenute nel tempo come vipistrello o vispistrello.
Se nella lingua inglese e in quella spagnola esiste un singolo termine, bat e murciélago, in altre lingue come quella francese e tedesca, sono presenti delle combinazioni di parole per identificare questi animali.
Nella prima sono conosciuti come chauves-souris, letteralmente "topi glabri", mentre nella seconda il termine è Fledermäuse o Fledertiere, ossia "topi volanti" o "bestie volanti".
All'ordine dei Chirotteri appartengono gli unici mammiferi in grado di volare e compiere manovre complesse in aria.
La specie più piccola, il pipistrello calabrone non pesa più di 2 grammi ed è ritenuto, insieme al mustiolo etrusco, il più piccolo mammifero al mondo, mentre le più grandi sono alcune specie del genere Pteropus e Acerodon, che raggiungono un peso di circa 1,6 kg e un'apertura alare fino a 1,8 metri.
I chirotteri hanno una diffusione pressoché planetaria, con esclusione soltanto delle regioni polari e circumpolari e di alcune isole oceaniche remote.
Nelle zone tropicali hanno raggiunto la massima diversità, dove sono in assoluto l'ordine di mammiferi più numeroso.
In considerazione del loro esteso areale, anche gli habitat dove vivono sono innumerevoli, poiché si possono incontrare nelle foreste tropicali e temperate, nei deserti, praterie, savane e in ambienti urbani e suburbani.
Generalmente vivono a quote non elevate, sebbene siano presenti forme adattate a climi montani.
Sebbene la mortalità sia elevata nel primo anno di vita, questa diventa molto più bassa negli anni successivi, grazie soprattutto all'inaccessibilità dei loro rifugi.
Il momento di maggiore vulnerabilità si verifica quando i grandi gruppi abbandonano le grotte nelle prime ore serali, oppure qualora occupino siti più esposti, come gli alberi o la vegetazione bassa. Sono numerosi gli animali che cacciano pipistrelli, e questi includono serpenti, rapaci notturni, uccelli da preda, alcuni passeriformi, piccoli carnivori come le genette, i gatti domestici e non ultimo l'uomo.
Lo sparviero dei pipistrelli, sembra sia l'unica specie di predatore veramente specializzato nel cacciare i chirotteri.
Anche alcune specie stesse di pipistrelli sono in grado di cacciare altri pipistrelli.
In alcune grotte del Venezuela sono state osservati attacchi da parte della scolopendra gigante verso almeno tre piccole specie di Microchirotteri.
Rapporti con l'Uomo:
I pipistrelli nella catena alimentare hanno un determinante ruolo nell'equilibrare le popolazioni di insetti, tra i quali anche i più dannosi per l'uomo e per le sue attività.
Tuttavia un ruolo molto importante, in particolare nelle zone tropicali, è quello dell'impollinazione di molte specie floreali, sia selvatiche che di interesse economico o nella dispersione di semi. Di notevole valore è anche la produzione di guano, reperibile all'interno delle grotte utilizzate come siti di riposo per molte specie gregarie, il quale è considerato una delle forme più pregiate di fertilizzante.
Non da meno è da prendere in considerazione il fatto che alcuni pipistrelli frugivori vengono utilizzati da alcune popolazioni come fonte alimentare.
La loro carne è considerata una prelibatezza nelle Seychelles, in Indocina, in Indonesia, nelle Filippine e in diverse isole dell'Oceano Pacifico.
Recentemente i veri pipistrelli vampiri della sottofamiglia dei Desmodontini sono divenuti un importante oggetto di ricerche scientifiche nel campo medico, in virtù delle caratteristiche anticoagulanti di una proteina presente nella loro saliva, la desmoteplase che potrebbe avere notevoli vantaggi nelle cura e nella prevenzione di malattie come l'ischemia.
Un rifugio per pipistrelli è una costruzione utilizzabile dai pipistrelli come posatoio e rifugio, solitamente realizzata in legno.
Tali manufatti si distinguono dalle casette nido per uccelli sia per le caratteristiche con cui sono realizzati, sia per la funzione che sono chiamate ad assolvere.
I pipistrelli, infatti, essendo mammiferi, non conoscono le fasi di nidificazione e cova che sono tipiche degli uccelli: pertanto, le cassette a loro dedicate servono a garantire rifugio nelle ore in cui non sono a caccia di insetti e, per questo motivo, possono pertanto essere occupate durante tutto l'anno anziché in specifiche stagioni.
Dal punto di vista costruttivo, poi, le cassette per pipistrelli, rispetto a quelle per uccelli, sono dotate di aperture solitamente molto più piccole, ubicate spesso nella parte inferiore della scatola.
Le prime attestazioni dell'uso di rifugi per pipistrelli in Italia risalgono ai primi anni del '900, quando, durante la Bonifica dell'Agro Pontino, furono installati enormi pipistrellai, in forma di torri a tronco-piramidali come strumento di lotta biologica contro la malaria, seguendo l'esempio americano.
Al pari delle casette per gli uccelli, gli analoghi manufatti per pipistrelli vengono collocati in molteplici contesti e habitat, adatti allo scopo: di solito, alberi o grossi arbusti, o la parte sottostante i cornicioni delle case, dove i rifugi offrono ai pipistrelli un posto idoneo per dormire, ripararsi dalle intemperie e riprodursi.
Sono sempre più presenti anche nei giardini pubblici o privati come elemento decorativo e per garantire un'abitazione per tutte quelle specie di chirotteri che, nelle città, fanno sempre più fatica a trovare ripari sicuri, finendo spesso incastrati nelle grondaie o schiacciati da tegole e basculanti di autorimesse.
I rifugi per pipistrelli vengono anche collocati in ambienti che risentono della proliferazione di grandi quantità di insetti nocivi, come le zanzare, che costituiscono una importante fonte di nutrimento per i pipistrelli.
E' preferibile installare le casette per pipistrelli nel mese di marzo, all'arrivo della buona stagione, i pipistrelli le possano trovare durante i loro primi voli al risveglio dal letargo invernale.
È quindi importante scegliere con cura la loro posizione: sul muro di un edificio, sul tronco di un albero poco frondoso, oppure su un palo ben fissato al suolo.
Meglio un luogo poco rumoroso e poco frequentato.
La cosa più importante è l’altezza dal suolo: sistemata in alto per renderla difficilmente raggiungibile dai predatori dei pipistrelli, ma non irraggiungibile per le pulizie di manutenzione, è importante controllare periodicamente che i ragni non vi nidifichino.
Essenziale che non sia illuminata da luci dirette durante la notte, perché gli inquilini non riuscirebbero più a capire quando è notte o giorno, perdendo la possibilità di uscire a caccia nel momento per loro migliore: il tramonto.
La stagione della caccia:
Con i primi tepori primaverili, svegliati dal letargo, i pipistrelli si spostano verso le loro residenze estive, volando in alcuni casi anche per centinaia di chilometri.
In questa stagione il rifugio ideale deve essere non troppo distante dalla zona di caccia notturna, in un luogo protetto e fresco, che permetta ai pipistrelli di abbassare la temperatura del corpo durante il riposo diurno, risparmiando così energia.
Le specie più diffuse nelle aree urbane d’Italia, che possono abitare le bat box sono:
- il pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii), la specie più frequente in città;
- il pipistrello di Savi (Hypsugo savii), che può arrivare a cacciare fino a 100 m di altezza dal suolo;
- il pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus) che, con i suoi 7 grammi di peso, è il secondo pipistrello più piccolo in Europa;
- l’orecchione grigio (Plecotus austriacus), che predilige i rifugi in edifici storici e chiese.
Utilità nella lotta biologica:
Molte specie di pipistrello sono minacciate dalla pressione antropica e la predisposizione di adeguate cassette può essere d'aiuto al sostenimento di popolazioni localmente importanti per la loro funzione ecologia: i pipistrelli, infatti, sono predatori naturali di zanzare e insetti e proprio per questo, in varie parti del mondo, sono sfruttati come mezzi in grado di controllarne la proliferazione.
Si calcola che, in una sola notte, un singolo pipistrello sia in grado di mangiare dai 1.500 ai 2.000 insetti, tra cui una significativa percentuale di zanzare (da 500 a 1000 zanzare per notte), così come altri insetti nocivi.
I pipistrelli si mostrano efficaci anche per il controllo delle popolazioni di zanzara tigre (Aedes albopictus), le quali, sebbene abbiano abitudini diurne, presentano il momento di massimo volo al tramonto, in coincidenza con il picco di attività dei pipistrelli.
I rifugi per pipistrelli sono uno strumento ecocompatibile di lotta biologica e integrata alle zanzare e permettono di evitare l'uso di insetticidi che, per la loro scarsa selettività, hanno spesso un impatto negativo maggiore sui predatori piuttosto che sulle zanzare.
I pipistrelli nella cultura popolare:
Fin dall'antichità il pipistrello ha destato un interesse particolare dovuto soprattutto alla sua attività notturna e al fatto di essere una creatura volante non appartenente al mondo degli uccelli.
Le loro particolari abitudini e comportamenti li hanno inseriti nel folklore di innumerevoli culture, dalla Grecia antica agli Indiani d'America attraverso le civiltà pre-colombiane e le tribù africane.
Tuttavia il loro ruolo, in particolare nell'ambito religioso, ha connotati diversi.
Se tra i cinesi essi sono tenuti in grande riguardo, e per i buddisti sono considerati talvolta sacri, nella cultura romana e cristiana, il pipistrello era visto come un essere vicino al diavolo e di esso era la trasposizione vivente.
Il suo significato sinistro attraverso la sua associazione con le tenebre e le caverne è stato spesso rappresentato da artisti medioevali che raffiguravano le figure demoniache con ali di pipistrello, in contrapposizione alle figure angeliche ornate di ali piumate d'uccello.
Fu per questo motivo che i primi esploratori nel vedere per la prima volta le gigantesche volpi volanti d'Australia credevano di avere di fronte un vero e proprio demone.
Altri esempi risiedono nella cultura Maya dove esso rappresentava una potente divinità, nota con il nome di Zotz, che governava le caverne e il regno delle tenebre.
Morfologia:
Generalmente i pipistrelli hanno 7 vertebre cervicali, 11 toraciche, 4 lombari e da 0 a 10 caudali.
In alcune forme l'ultima cervicale e la prima toracica sono fuse tra loro.
La cintura scapolare è solitamente più sviluppata del bacino, mentre lo sterno è carenato.
Il cranio può assumere diverse forme in funzione della specializzazione delle diverse specie ed ha le suture ossee che tendono a fondersi con l'avanzare dell'età.
L'emisfero cerebrale è liscio e non si estende posteriormente oltre il cervelletto.
Il sistema muscolare dell'arto superiore è più complesso rispetto a quello degli Uccelli.
Nei chirotteri sono presenti 3 muscoli maggiori discendenti, il pettorale, il sottoscapolare e il serrato anteriore e 2 ascendenti, il deltoide e il trapezio, mentre negli uccelli è presente soltanto una coppia.
La maggior parte di essi sono attaccati alle scapole e soltanto il serrato anteriore è unito allo sterno.
Il numero dei denti permanenti varia tra 20 dei veri vampiri e 38 dei generi Kerivoula e Myotis, mentre quelli da latte solitamente sono 22.
Gli incisivi possono essere mancanti, come nel genere Aproteles od arrivare fino a 10.
Generalmente sono piccoli, con il bordo tagliente talvolta provvisto di una o più cuspidi più o meno sviluppate, soltanto nei veri vampiri sono molto grandi ed affilati.
Infatti, contrariamente all'iconografia classica del vampiro, non sono i canini ma bensì gli incisivi a lacerare la cute della loro vittima per far fuoriuscire il sangue.
I canini hanno generalmente la caratteristica forma appuntita, la lunghezza varia tra le diverse specie e talvolta presenta una cuspide secondaria ben sviluppata, situata posteriormente.
Il numero dei premolari varia dalla loro totale assenza fino a un massimo di tre per semi-arcata, sono piuttosto ridotti nelle dimensioni e raramente dello stesso aspetto degli altri denti masticatori.
Talvolta il terzo premolare è deciduo e talmente ridotto da venire compresso tra i due denti adiacenti e fuoriuscire dalla linea alveolare.
Sono presenti fino a un massimo di tre molari per semi-arcata, l'ultimo generalmente è sempre il più piccolo.
La disposizione delle cuspidi assume in linee generali due configurazioni, legate principalmente alla dieta.
Nei pipistrelli frugivori e nettarinivori la superficie occlusiva dei molari presenta cuspidi basse disposte in file biseriali e con un solco più o meno profondo che la attraversa longitudinalmente.
Nel resto dei chirotteri le cuspidi assumono una caratteristica disposizione a W, condizione presente anche negli insettivori, ognuna collegata all'altra attraverso creste ben distinte di smalto.
Il corpo è generalmente ricoperto di una fitta pelliccia, tranne che i membri del genere Cheiromeles completamente privi di peli visibili. In alcune specie l'attaccatura delle membrane alari è talmente alta lungo la spina dorsale da far apparire la schiena completamente nuda.
La testa può assumere una notevole varietà di forme, associate principalmente alle abitudini alimentari e ai metodi di procurarsi il cibo.
Può essere corta e larga oppure stretta ed allungata.
Le orecchie sono grandi, talvolta eccezionalmente enormi, e hanno la funzione nei Microchirotteri di raccogliere le onde sonore riflesse emesse dagli stessi animali per l'ecolocalizzazione.
Gli occhi variano notevolmente nelle dimensioni, essendo quasi atrofizzati nei Microchirotteri, mentre sono grandi negli Pteropodidi, abili anche ad una visione a colori.
Nella maggior parte delle specie è presente un'escrescenza carnosa sul naso, chiamata foglia nasale, che ha la funzione di regolare ed indirizzare il fascio di onde sonore emesse dall'animale tramite il naso o la bocca.
Negli Pteropodidi tale formazione è assente.
Le narici in alcune specie si protendono verso l'esterno fino a prendere la forma di due piccoli cilindri.
Solitamente sono presenti delle ghiandole odorifere, le quali producono una sostanza che emana un forte odore simile al muschio.
Sono posizionate in diverse parti del corpo, sulla gola o sul collo oppure sopra le superfici alari.
Il ginocchio è rivolto all'indietro, a causa della rotazione degli arti inferiori, che sostengono la membrana alare.
I piedi sono di proporzioni normali.
Le loro dita sono solitamente munite di grossi artigli.
La coda è quasi sempre presente e di dimensioni variabili.
Molte volte è inclusa nell'uropatagio, altre volte ne è libera totalmente o parzialmente.
Può anche superare nettamente in lunghezza l'uropatagio stesso. Nella famiglia dei Nitteridi assume un'insolita forma a T.
Le ali si sono sviluppate dalla modifica sostanziale dell'arto superiore, dove l'avambraccio e, ancor di più, le ossa metacarpali e le falangi della mano hanno subito un allungamento sproporzionato. Le dita sono unite tra loro da una membrana cutanea vascolarizzata, chiamata patagio, la quale si estende fino ai fianchi del corpo e agli arti inferiori.
In gran parte delle specie esiste un'ulteriore membrana tra le zampe, chiamata membrana interfemorale o uropatagio, e che talvolta può incorporare la coda.
Solitamente alla base della caviglia è posizionato uno sperone cartilagineo, chiamato calcar che permette il dispiegamento e la sostentazione di tale membrana.
Le proporzioni alari variano notevolmente tra le diverse specie e possono essere lunghe e strette nei pipistrelli che hanno bisogno di grande autonomia, oppure corte e larghe in quelli che sono soliti effettuare manovre rapide e con improvvisi cambi di direzione, specialmente nella fitta vegetazione o in presenza di ostacoli molto vicini tra loro.
Sono state registrate velocità variabili tra i 16 km/h nel pipistrello nano e i 64 km/h nel serotino bruno.
Comportamento:
I pipistrelli si rifugiano all'interno di grotte, fessure rocciose, fitta vegetazione, cavità negli alberi, negli edifici e in luoghi più esposti come grandi alberi spogliati del fogliame.
Tali ricoveri però possono cambiare stagionalmente anche all'interno delle attività di una stessa specie, dove per esempio, si può notare l'utilizzo di caverne ed altri siti sotterranei durante i periodi invernali e quello di alberi cavi durante i mesi più caldi. Normalmente formano grandi colonie, tuttavia molte specie vivono solitarie o in piccoli gruppi prevalentemente famigliari.
Non è raro osservare assembramenti di migliaia se non addirittura milioni di individui.
Uno dei vantaggi nell'aggregarsi è quello di poter conservare il più a lungo possibile il calore corporeo.
Nei siti di riposo, i chirotteri assumono la caratteristica disposizione a testa in giù.
Questa posizione facilita notevolmente la fase iniziale del volo, poiché permette di lanciarsi, dispiegare le ali e prendere velocità facilmente.
Alcuni Pteropodidi possono però mantenere una posizione eretta a testa all'insù, in modo particolare se si trovano sui rami degli alberi, reggendosi con gli artigli dei lunghi pollici.
Durante il riposo possono passare molto tempo a pulirsi ed ordinarsi la pelliccia, utilizzando la lingua oppure le dita dei piedi.
La maggior parte dei pipistrelli viventi utilizza l'ecolocalizzazione per orientarsi e catturare le prede.
Oltre all'emissione di questi segnali ad alta frequenza vengono emessi anche suoni per esprimere emozioni o per comunicare. Alcuni tipi di richiamo sono utilizzati in atteggiamenti aggressivi tra vari individui, comunicazioni tra madri e figli e durante i rituali di accoppiamento.
Sono state osservate delle vibrazioni corporee in diverse specie in cattività, particolarmente quando sono a riposo o prima di addormentarsi.
Nelle regioni più fredde dell'areale, durante le stagioni fredde, molte specie hanno sviluppato una fase di ibernazione, durante la quale il metabolismo si riduce notevolmente, e nella quale il consumo di ossigeno raggiunge un livello di circa un centesimo del consumo normale.
Inoltre possono anche ridurre le funzioni vitali durante l'inattività diurna abbassando notevolmente la temperatura corporea.
Alcune forme però preferiscono la migrazione in zone più calde o con una disponibilità di cibo maggiore.
I pipistrelli utilizzavano fasci di suoni ad alta frequenza per orientarsi e catturare le prede.
Tuttavia non sono gli unici animali che utilizzano questo sistema in natura.
Anche gli odontoceti, le focene, alcune specie di toporagni e tenrec, il guaciaro e alcune specie di rondoni hanno sviluppato funzionalità simili principalmente per orientarsi negli ambienti oscuri dove vivono, come le caverne, il sottosuolo o le profondità marine.
Gli ultrasuoni vengono generati nella maggior parte delle forme attraverso la laringe, sebbene in alcuni rossetti questi vengano prodotti dallo schioccare della lingua sul palato.
Il fascio di suoni successivamente fuoriesce dalla bocca oppure in alcune famiglie attraverso il naso.
Una volta colpito il bersaglio l'eco di ritorno viene catturato dal padiglione auricolare ed elaborato successivamente all'interno dell'orecchio stesso, in una particolare zona detta fovea acustica, dove risiedono un gruppo di neuroni sintonizzati su una strettissima banda di alte frequenze.
Normalmente tali impulsi vengono emessi a frequenze variabili da 25 a 100 kHz, anche se alcune specie possono arrivare ad emettere suoni a 150 kHz.
I membri di quest'ordine sono caratterizzati da una dieta alquanto eterogenea, variando dalle forme frugivore o nettarinivore a quelle obbligatoriamente carnivore, ematofaghe o piscivore.
La maggior parte cerca cibo in prossimità di corsi d'acqua, laghi e stagni.
Gran parte dei chirotteri necessita di una quantità d'acqua o di cibi umidi maggiore di altri mammiferi di peso equivalente a causa dell'elevata evaporazione dovuta alle superfici alari.
In funzione delle loro abitudini alimentari, i chirotteri possono essere suddivisi in sei gruppi ben distinti.
- Pipistrelli insettivori: La maggior parte dei chirotteri ha una dieta sostanzialmente insettivora, catturando le loro prede durante il volo. Alcuni di essi comunque si nutrono anche di frutta. Una popolazione di pipistrelli all'interno di una grande area urbana può arrivare a consumare fino a 14 tonnellate di insetti in una singola notte. A questo gruppo appartengono le forme di dimensioni più piccole.
- Pipistrelli frugivori: I pipistrelli frugivori si nutrono esclusivamente di frutta e di alcune altre parti vegetali. Spesso si nutrono in gruppo e possono percorrere lunghe distanze per cibarsi. Talvolta producono gravissimi danni alle coltivazioni anche se la maggior parte tendenzialmente si nutre di frutta selvatica. Tra di loro sono da annoverare le enormi volpi volanti ma anche forme di dimensioni molto più piccole, con un'apertura alare che non supera i 30 cm.
- Pipistrelli nettarinivori: I pipistrelli nettarinivori si nutrono essenzialmente di polline e nettare e probabilmente anche di qualche insetto raccolto nei fiori visitati. Sono generalmente di dimensioni ridotte e sono caratterizzati da una modifica sostanziale del muso e della lingua, la quale è considerevolmente allungata e provvista di papille setolose all'estremità. Come le forme frugivore, sono essenzialmente abitanti delle zone tropicali.
- Pipistrelli ematofagi: I veri pipistrelli vampiri della sottofamiglia dei Desmodontini si nutrono del sangue di piccoli animali come gli uccelli oppure di quello del bestiame, incidendo la pelle con gli incisivi affilatissimi, dei quali sono muniti. Questa pratica può portare alla contrazione di gravi malattie virali da parte delle vittime, come la rabbia, oppure a gravi infezioni della ferita stessa.
- Pipistrelli carnivori: I pipistrelli carnivori si cibano di piccoli mammiferi, incluse altre specie di pipistrelli, di uccelli, lucertole e rane. Hanno una dieta comunque più varia poiché non si nutrono soltanto di carne animale ma anche di frutta e insetti. I microchirotteri più grandi, come il pipistrello fantasma e il vampiro spettro appartengono a questo gruppo.
- Pipistrelli piscivori: Infine i pipistrelli piscivori possono catturare pesci sott'acqua o sulla sua superficie, utilizzando i possenti artigli ad uncino all'estremità delle dita delle zampe inferiori. Di forme così altamente specializzate ne esiste una famiglia, i Nottilionidi ed alcune specie del genere Myotis.
Riproduzione:
Sono presenti diversi sistemi d'accoppiamento.
Le forme che cadono in ibernazione sono generalmente promiscue, come anche alcuni Pteropodidi.
Normalmente formano grandi gruppi dove gli individui si uniscono ad esemplari dell'altro sesso più vicini a loro.
In alcune specie uno o due maschi formano e difendono piccoli harem di femmine.
Esistono anche forme prevalentemente monogame, dove i genitori e i loro piccoli vivono insieme in un gruppo familiare.
Una specie di megachirotteri, il pipistrello dalla testa a martello ha un particolare sistema, denominato Lek, dove un gruppo di maschi manifesta le proprie abilità alle femmine che successivamente ne scelgono il più desiderabile.
La stagione riproduttiva è principalmente legata alle stagioni più favorevoli o in primavera, mentre in quelle forme dove è presente la condizione di ibernazione, ciò avviene durante l'autunno.
In questi casi l'impianto dell'embrione è generalmente ritardato, oppure c'è un deposito spermatico.
Le femmine di pipistrello danno alla luce un solo piccolo all'anno, con eccezione di pochissime specie.
Ciò è legato particolarmente al fatto che questi animali hanno un'aspettativa di vita molto maggiore rispetto agli altri mammiferi delle loro stesse dimensioni.
Sono stati registrati individui che hanno vissuto 13-17 anni, sebbene sia stato osservato un esemplare vivo dopo 30 anni dalla sua prima marcatura.
I testicoli scendono temporaneamente dall'addome in una sacca soltanto durante la stagione riproduttiva.
Inoltre nei maschi è quasi sempre presente un osso penico.
Le femmine hanno generalmente un paio di mammelle pettorali, tranne nel genere Lasiurus dove sono 2 paia.
Nelle superfamiglie dei Rhinolophoidea e dei Rhinopomatoidea è stata riportata una coppia aggiuntiva situata nella regione pubica, con possibili funzioni d'allattamento.
La gestazione varia da 44 giorni nel pipistrello nano a 7 mesi nel vampiro vero di Azara, con una media per le altre forme di circa 2 mesi.
I piccoli appena nati pesano il 10-30% del peso della loro madre e sono completamente dipendenti da loro.
Soltanto negli Pteropodidi i nascituri sono ricoperti di peli e vengono alla luce con gli occhi aperti.
Tranne qualche specie dove i maschi contribuiscono allo sviluppo dei piccoli, anche attraverso insoliti casi di allattamento, le cure parentali sono fornite dalle madri.
Sono spesso presenti vivai dove le femmine si aggregano per allattare ed accudire i propri figli.
Essi crescono velocemente e possono iniziare a volare già dopo 2-4 settimane dalla nascita.
Sono svezzati immediatamente dopo.