Credenze popolari sulla forbice

La Forficula auricularia Linnaeus, 1758 (comunemente nota con il nome di forfecchia o forbicina), è un insetto onnivoro, ma prevalentemente fitofago, facente parte dell'ordine dei Dermatteri, famiglia delle Forficulidae. 

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Il nome comune è dovuto al vistoso sviluppo dei cerci, che ricordano una pinza o una forbice. 
In passato si pensava che questo insetto penetrasse nell'orecchio umano e facesse il suo nido all'interno del cervello con effetti devastanti, da qui il nome latino della specie.

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L'epiteto specifico latino auricularia significa relativa all'orecchio (auricula) ed in lingua inglese il nome di questo insetto è earwig, ovvero creatura dell'orecchio. 
Il nome tedesco “Ohrenzwicker” ha pressappoco il medesimo significato. 
Entrambi derivano dalla convinzione, molto diffusa quanto priva di fondamento, che questo insetto penetri attraverso l'orecchio nel cervello umano e vi nidifichi.
Sono stati segnalati casi in cui degli esemplari di forbicine sono entrati in orecchie di persone dormienti. 
Ciò può avvenire, così come per ogni altro insetto, per puro caso, ma, poiché alcune specie producono una sostanza irritante, l'esperienza può essere spiacevole e può provocare danni all'apparato uditivo. 
La trasmissione del ricordo di questi episodi ha probabilmente dato origine al mito.

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Habitat:
La forbicina è originaria dell'Europa, dove si è diffusa, è stata introdotta anche nel Nord America agli inizi del XIX secolo ed è ora diffusa in gran parte del continente americano.
Gli esemplari europei sopravvivono in ambienti freddi ed umidi e hanno una temperatura di sviluppo ottimale che si aggira intorno ai 24 °C. 
La loro diffusione in un dato anno è legata a fattori come la temperatura, la velocità e la provenienza del vento.
Per questa ragione la presenza di forbicine in Europa può essere prevista sulla base di analisi meteorologiche.
Le uova sono molto resistenti sia alle temperature alte sia a quelle molto basse.

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Descrizione e biologia:
L'insetto ha forma allungata ed appiattita di colore brunastro, con un pronoto a forma di scudo, due paia di ali ed un paio di cerci, lunghi tra i 10 ed i 15 mm. 
Il secondo segmento tarsale è lobato e si estende distalmente al di sotto del terzo. 
L'antenna è costituita da un numero di segmenti che può variare tra 11 e 14. 
L'apparato boccale è apposito per la masticazione.
Le pinze sessuali maschili sono molto robuste ed ampie alla base con denti crenulati. 
Le pinze femminili, invece, hanno una lunghezza media di circa 3 mm e sono meno robuste e diritte.
I cerci hanno una tripla funzione: essi vengono, infatti, utilizzati sia durante l'accoppiamento, sia per scopi alimentari, sia per fini autodifensivi. 
Inoltre le femmine hanno delle tegmine lunghe approssimativamente 2 mm. 
Gli esemplari maschi con pinze asimmetriche sono detti ermafroditi a causa della loro somiglianza con le femmine.

L'insetto è occasionalmente dannoso alle coltivazioni e alle derrate alimentari e per la sua polifagia può attaccare colture erbacee in pieno campo, ortive, ornamentali e arboree da frutto, ma in genere le popolazioni si mantengono entro livelli tali da considerarlo come un fitofago secondario. 
Spesso si comporta come predatore, ricoprendo il ruolo di insetto ausiliario in molte coltivazioni. 
Frequenta anche gli ambienti antropizzati e può rinvenirsi frequentemente anche all'interno delle abitazioni in campagna.
La femmina produce circa 50 uova che nasconde in autunno in un nido sotto terra, quando entra in uno stato di letargo. 
In primavera si risveglia durante la schiusa delle uova.

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In agricoltura:
Forficula auricularia è un insetto onnivoro e comune che per la sua polifagia è presente in varie coltivazioni. 
Tuttavia i danni sono solo occasionali e generalmente hanno una rilevanza economica poco significativa. 
Spesso si rinviene in prodotti ortofrutticoli per l'abitudine di rifugiarsi in interstizi naturali che offrano un riparo, come l'ascella fogliare di ortaggi, i noccioli aperti delle pesche precoci, le insenature calicine delle pomacee, senza però procurare danni diretti, a parte il deprezzamento commerciale del prodotto dovuto alla presenza di questi insetti.
In generale non è oggetto di pratiche mirate di difesa. 
La scarsa mobilità e l'apparato boccale masticatore lo rendono vulnerabile all'azione di insetticidi a largo spettro d'azione attivi per contatto e per ingestione, il cui uso, comunque, deve essere oculato a causa dell'impatto considerevole sull'artropofauna utile.
La gregarietà di questo insetto è invece possibile causa di infestazioni presso le abitazioni o al loro interno. 
Eventuali proliferazioni possono essere facilmente ridimensionate trattando gli esterni con insetticidi autorizzati per uso civile, come alcuni piretroidi (permetrina, ecc.).

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