Prevenzione dentale di cani e gatti

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L'igiene orale è fondamentale per mantenere gengive e denti sani, garantendo così anche la freschezza dell'alito.
Avete mai provato a non lavarvi i denti per una settimana? 
Il senso di sporco e disagio è insopportabile.


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Dopo ogni pasto si deposita placca dentale sui denti, la principale responsabile dell'alitosi.
Ora guardate il vostro amico quadrupede. 
Da quanto tempo non si lava i denti? 
Non deve sembrarvi strano: anche cani e gatti soffrono di problemi legati alla placca dentale. 
Se poi aggiungete che il cane spesso respira a bocca aperta, ecco che stargli vicino può diventare un'esperienza veramente da brivido.

La placca:
La placca dentale è una specie di pellicola invisibile appiccicata ai denti, composta da batteri, saliva, detriti orali e cellule gengivali. 
Si forma in pochi minuti vicino alla gengiva e pian piano si estende a tutto il dente e agli spazi interdentali, fino ad arrivare al di sotto della gengiva. 
La popolazione batterica aumenta sempre più e si arricchisce di specie batteriche anaerobiche, ovvero batteri che riescono a vivere anche sotto la gengiva, senza bisogno di respirare ossigeno. 
I batteri a questo punto infettano la gengiva sempre più profondamente, fino ad attaccare i legamenti parodontali, cioè i legamenti che tengono il dente saldo nella sua posizione. 
Quando il legamento è fortemente infetto e infiammato, si parla di parodontite, un processo irreversibile che porta alla caduta dei denti.


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Il tartaro:
Il tartaro è semplicemente placca dentale che col tempo si è mineralizzata. 
A differenza della placca batterica, è visibile ad occhio nudo, e si presenta come uno strato giallastro sulla superficie del dente. 
Il problema principale del tartaro è che la sua superficie non è liscia come quella di un dente sano, ma scabrosa, e piena di anfrattuosità microscopiche fra le quali si deposita sempre più velocemente la placca batterica, peggiorando l'infezione, e di nuovo si mineralizzerà, come una reazione a catena.

Danni sulla gengiva:
Quando arrivano i primi batteri, la gengiva non rimane certo a guardare: sin da quando spuntano i primi dentini inizia la faticosa battaglia fra lei e la placca. 
L'infiammazione gengivale è un tentativo della gengiva di combattere i batteri, perché richiama sul sito di battaglia globuli bianchi e altre sostanze che contrastano questi ospiti indesiderati. 
Purtroppo la battaglia è persa in partenza, visto che la placca dentale, senza igiene orale, non viene mai rimossa. 
L'infiammazione sarà sempre più intensa, fino a diventare non solo dolorosa, ma anche controproducente. 
La maggior parte delle lesioni orali infatti è dovuta più all'eccessiva infiammazione che ai danni prodotti direttamente dai batteri.
Quando la gengiva è fortemente infiammata si arrossa, si gonfia, e infine si retrae, fino a scoprire le radici dei denti e ad intaccare anche l'alveolo osseo che contiene il dente. 
Arrivati a questo punto non c'è molto altro che si possa fare: il dente è condannato, e finché non cadrà, la situazione sarà anche molto dolorosa, spingendo addirittura il cane o il gatto a non mangiare cibi solidi, o perfino a non mangiare affatto.

A differenza di quello che comunemente si crede, la formazione del tartaro e della placca non dipende da cosa mangia il nostro amico. 
Spesso sentiamo dire, in ambulatorio, “ma come, ha il tartaro? 
Ma se mangia solo croccantini!”.
E' doveroso precisare che, sebbene un alimento umido abbia una maggiore facilità di insinuarsi negli spazi interdentali, in realtà non esiste un alimento miracoloso che possa prevenire la formazione di placca o tartaro.
Di solito un cane o un gatto sopra i 3 anni di età ha già accumuli più o meno consistenti di tartaro. 
La situazione è talmente frequente che probabilmente è la malattia più comune in ambito veterinario. 
A quel punto non ha molto senso spazzolare i denti del nostro pet: prima bisogna rimuovere il tartaro e la placca batterica, e in seguito il proprietario dovrà occuparsi dell'igiene orale del suo amico a quattro zampe.
Per rimuovere il tartaro è necessario l'intervento del veterinario.

I consigli di mammagatta:
Una volta puliti i denti dal veterinario, il proprietario dovrà occuparsi dell'igiene orale quotidiana del cane e del gatto.


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- Lo spazzolino: 
è l'arma più efficace contro la placca. 
Ebbene sì: per quanto possa sembrare strano o "da matti", bisogna lavare i denti al cane e al gatto. 
La spazzolatura dei denti dovrebbe essere introdotta quando l'animale è molto giovane, per abituarlo alle manipolazioni. 
Esistono spazzolini specifici per cani e gatti, ma possono andar bene anche quelli per le persone; l'importante è che siano di nylon, di media durezza, con un manico sufficientemente lungo da raggiungere anche i molari, e con una testina della dimensione commisurata ai denti del cane o gatto.
Alcuni proprietari trovano comodo l'utilizzo di spazzolini elettrici, altri si adattano con una striscia di flanella arrotolata su un dito o con appositi ditali di gomma disponibili in commercio. 
Sono metodi che vanno bene anche per abituare il cucciolo alla manipolazione dei denti, ma lo spazzolino di nylon resta comunque sempre la scelta più efficace.
Ricordo che la spazzolatura eseguita meno che quotidianamente non è sufficiente a garantire la salute delle gengive.


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- Il dentifricio: 
l'uso di paste dentifricie per cani e gatti (non schiumose, appetibili, e prive di fluoro, quindi ingeribili) è raccomandabile, ma non necessario, perché nell'igiene orale la parte più importante è affidata all'azione meccanica delle setole di nylon bagnate con acqua. 
Però il gusto gradevole del dentifricio può stimolare il cane e il gatto a “sopportare” più facilmente la spazzolatura.

- Come spazzolare i denti: 

di solito è meglio cominciare da molari e premolari, perché gli animali tollerano più la retrazione del labbro anziché il sollevamento del naso. 
Inizialmente, per abituare l'animale, non serve aprire la bocca del nostro amico, ma è sufficiente pulire la superficie esterna dei denti. 
Solo quando si sarà abituato, potremo tentare di aprirgli la bocca per spazzolare anche le superfici interne.
Si deve tenere un'angolatura di 45° fra spazzolino e superficie del dente, in modo che le setole penetrino nel solco gengivale. 
Alla fine della spazzolata, è bene premiare il cane o il gatto con un momento di gioco, coccole o con una passeggiata.


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- Alternative allo spazzolino:
Qualora il nostro amico a quattro zampe non gradisse lo spazzolamento, è possibile ricorrere a stratagemmi alternativi: croccantini specifici per l'igiene orale, integratori alimentari che agiscono attraverso la saliva, spray o paste enzimatiche che sciolgono la placca, strisce masticabili con enzimi.
Servono tutti a ridurre l'accumulo di detriti di cibo, e allungano i tempi di formazione della placca; tuttavia lo spazzolino resta l'unica arma veramente efficace: basta pensare al fatto che anche noi, pur usando colluttori specifici, dobbiamo comunque lavarci i denti.
Naturalmente anche i cani e i gatti che seguono un buon protocollo di igiene orale dovranno periodicamente essere sottoposti a pulizie professionali, ma con una cadenza notevolmente ridotta, proprio come accade per noi. 
E la cosa ancor più importante è che per tutta la vita le gengive del vostro amico godranno di buona salute, riusciremo a prevenire mal di denti e interventi odontoiatrici aggressivi, evitando così anche l'alitosi. 

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