Il gatto
Felis silvestris catus, il gatto domestico (Felis catus o Felis silvestris catus Schreber) è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei felidi.
Si contano una cinquantina di razze differenti riconosciute con certificazioni.
Essenzialmente territoriale e crepuscolare, il gatto è un predatore di piccoli animali, specialmente roditori.
Per comunicare utilizza vari vocalizzi, le fusa, le posizioni del corpo e produce dei feromoni.
Può essere addestrato a obbedire a semplici comandi e può imparare da solo a manipolare svariati meccanismi, anche complessi, tra cui le maniglie delle porte o le chiusure delle gabbie.
È il felino col più vasto areale nel mondo e con la popolazione più numerosa, protagonista anche di fenomeni di inselvatichimento così ampi da determinarne l'inclusione nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo da parte dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Il nome italiano gatto deriva dal latino medievale gattus (VIII sec.), latino tardo cattus (IV sec.), classico catta (Marziale, c. 75 d.C.) di origine incerta, forse africana (cfr. nubiano kadīs e berbero kaddīska, "gatto"; arabo قط, "gatto maschio").
Il tipo catta/cattus ha soppiantato il termine tradizionale latino fēlēs in tutta la Romània (ma non nel rumeno, dove si usa pisică) e da questo deriva l'italiano gatto, lo spagnolo e portoghese gato, il francese chat.
Dal termine tardolatino derivano anche le parole corrispondenti celtiche (cfr. irl. cat, gall. cath, bret. kaz), germaniche (cfr. protogermanico *kattuz, da cui antico frisone katte, norr. köttr, neer. kat, a.a.t. kazza, ted. Katze, ags. catt, ingl. cat) e slave (cfr. antico slavo ecclesiastico котъка kotŭka, bulg. котка kotka, russo кошка koška, pol. kot), nonché il lituano kate e il finlandese katti) e il greco moderno γάτο.
Parametri vitali del gatto:
Questi dati possono variare a seconda: dell'età, dimensione, razza, allenamento, e grado di stress dell'animale al momento dell'esame.
Scheletro e muscoli:
Il suo corpo è agile, flessibile e massiccio, tale da consentirgli di camminare in modo silenziosissimo e di spiccare grandi salti; le sue unghie retrattili (più precisamente protrattili, dato che nella condizione ordinaria di riposo si trovano nascoste e sono estratte solo all'occorrenza) gli permettono di arrampicarsi e di afferrare con grande agilità.
Lo scheletro è formato da 250 ossa.
Le vertebre del collo sono corte e la colonna vertebrale molto mobile.
La clavicola dei gatti, come per tutti i felini, è piccola e collegata allo sterno unicamente da un legamento: ciò gli conferisce una grande mobilità visto che le spalle possono muoversi indipendentemente.
Le vertebre caudali prolungano la colonna; il loro numero è variabile in funzione della razza.
La coda ha un ruolo importante nel mantenimento dell'equilibrio.
Le zampe anteriori terminano con cinque dita fornite di artigli protrattili, formati da cheratina, ma solo quattro di essi toccano il suolo, visto che il pollice resta di fianco.
Esistono comunque casi di polidattilia felina in cui il gatto risulta avere sei o addirittura sette dita per zampa.
Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori, terminano con quattro dita fornite anch'esse di artigli protrattili.
I cuscinetti sono costituiti da membrane elastiche che gli conferiscono un'andatura silenziosa.
Sotto le zampe, come nel muso e sopra gli occhi sono anche presenti le "vibrisse" che hanno la funzione di controllare l'equilibrio del felino.
I muscoli dorsali sono molto flessibili e quelli delle zampe posteriori molto potenti.
Queste specifiche conferiscono all'animale una grande agilità e un'ampiezza quando salta: può saltare a un'altezza cinque volte superiore alla sua statura.
Nella corsa può raggiungere i 50 km/h e può fare 100 m in 7 secondi.
Ma non è un corridore di lunghe distanze e si stanca molto velocemente.
Contrariamente a quello che generalmente si pensa, tutti i gatti sanno nuotare molto bene e non esitano a gettarsi in acqua se costretti.
Un gatto pesa in media tra i 2,5 e i 4,5 kg e misura da 46 a 51 cm senza la coda che misura dai 20 ai 25 cm.
Sistema digestivo:
Come tutti i carnivori, l'ultimo premolare superiore e il primo molare inferiore formano i cosiddetti "ferini".
Questi permettono ai gatti di strappare il cibo, grazie ai potenti muscoli fissati alle pareti laterali del suo cranio, inghiottendo senza masticare.
La mandibola del gatto è fatta in modo che, pur consentendo unicamente una masticazione verticale, ha il vantaggio di permettere un effetto a forbice.
L'osso ioideo è ossificato internamente: ciò permette al gatto di fare le fusa, ma non di ruggire.
Contrariamente all'uomo, il gatto mastica poco e il processo di digestione comincia nello stomaco e non in bocca.
Lo stomaco del gatto è piccolo (circa 300 millilitri), ma possiede un'acidità molto elevata che è utile anche come mezzo di prevenzione delle infezioni digestive.
I suoi reni sono così efficienti da consentirgli di sopravvivere a una dieta basata solo su carne, senza ulteriore acqua, o da permettere di idratarsi anche bevendo acqua di mare.
Il suo intestino piuttosto corto (circa un metro per l'intestino tenue e da 20 a 40 cm per il colon) è tipico dei cacciatori di piccole prede.
Queste dimensioni spiegano perché il gatto deve mangiare frequentemente ma in piccole quantità (tra i 10 e i 16 pasti).
Il sistema digestivo del gatto è anche poco adatto alla varietà alimentare, che gli può causare delle diarree e dei vomiti.
Infine il transito degli alimenti nel sistema digestivo dei gatti è rapido: tra le 12 e le 14 ore.
I denti:
La cavità orale ha una grande apertura, o bocca, circondata da 2 labbra: il labbro superiore con le vibrisse (baffi) e il labbro inferiore, con un bordo libero e leggermente ondulato.
Palato e labbra sono generalmente rosa nei gatti bianchi o dal manto prevalentemente chiaro (rossi, bianchi e neri, bianchi e tigrati, ecc.), mentre nei gatti dal manto più scuro (ad es. prevalentemente tigrati o neri) labbra e palato possono essere marroni o neri, anche solo parzialmente.
Il palato è coperto da un piccolo numero di creste rialzate e serrate (creste palatine).
La lingua non presenta un solco mediano ed è corta e larga.
Grandi papille coniche cornificate ricoprono la lingua, rendendola molto ruvida (velcro) e ideale per le attività di pulizia personale.
La faringe collega la cavità orale all'esofago ed è anche collegata alla cavità nasale.
L'esofago è lungo, largo ed estremamente dilatabile.
Il gatto adulto possiede 30 denti, vere e proprie armi da caccia: 12 incisivi, 8 premolari, 6 molari e 4 canini.
Gli incisivi sono molto ridotti e servono, insieme alla lingua, per raschiare le ossa delle prede.
I premolari ed i molari sono a forma di lama e servono a recidere fibre muscolari e tendini (le carni della preda) e a frantumare le ossa.
L'ultimo premolare nella mascella superiore e l'unico molare nella mascella inferiore, sono detti denti carnassiali.
I 4 canini, come in tutti i felidi, sono particolarmente lughi ed affilati.
Molto robusti, sono anche riccamente innervati e questo ne fa degli organi di senso specializzati: con i canini, il gatto sente il punto esatto in cui mordere per uccidere la preda all’istante.
Il cranio compatto e globulare consente al gatto di sviluppare una forza masticatoria ottimale.
La mandibola del gatto, come quella di tutti i carnivori, esercita solo un movimento verticale che serve principalmente a macinare e tagliare.
La reale masticazione (uso dei molari) è minima.
La saliva inizia la preparazione del bolo alimentare e lubrica l'esofago.
I denti da latte o decidui sono 26.
L’eruzione dei denti da latte avviene intorno alla 3° settimana di vita mentre la sostituzione con i denti permanenti inizia dagli incisivi al 3° mese e verrà sostituita completamente dai denti permanenti verso il 6°-7° mese.
Tra i canini ed i premolari è presente uno spazio, che il gatto utilizza spesso per adagiare e "portare" le piccole prede (per es. lucertole) senza ucciderle o morderle, mantenedole in vita.
Il pelo:
Il colore del pelo è molto vario in funzione delle razze: si va dalle razze a pelo lungo fino a razze quasi del tutto senza pelo come lo sphynx.
Probabilmente in origine il pelo era di colore grigio-marrone tigrato adatto alla mimetizzazione durante la caccia.
La pelliccia del gatto è composta da peli lunghi che coprono la superficie esterna e da peli corti sotto.
Questo permette un buon isolamento termico.
Il manto di un gatto è composto da più colori che formano diversi motivi.
Certi esemplari hanno delle grandi macchie mentre altri delle striature o delle macchie più piccole.
Il colore del pelo di un gatto può avere più tinte (nero, bianco, rosso,...) più o meno diluiti o scuri.
Il maschio per delle ragioni genetiche può assumere solo uno o due colori alla volta, salvo rare eccezioni.
In principio solo le femmine possono portare tre colori (gatto calico o tartarugato).
Il gatto impiega molto tempo nella pulitura del suo pelo perché questo è molto importante per regolare la sua temperatura corporea.
La sua lingua è coperta da piccole papille che la rendono molto ruvida, e gli permettono di snodare il pelo durante la sua toelettatura (salvo casi particolari, i gatti si "lavano" ogni giorno).
Avendo un elevato rapporto fra superficie epidermica e peso, il rischio di dispersione termica è grande.
Se il pelo fosse in disordine o sporco, le caratteristiche isolanti sarebbero meno efficaci.
Inoltre in estate, il fatto di bagnare la pelliccia provoca un raffreddamento grazie all'evaporazione della saliva.
I gatti perdono il pelo all'inizio della stagione estiva per effetto della muta.
I sensi
Predatore crepuscolare, il gatto possiede dei sensi molto sviluppati.
Percepisce il mondo diversamente dagli esseri umani; è forse per questo che gli vengono associati dei poteri soprannaturali.
Esistono diverse storie che raccontano come dei gatti hanno predetto dei terremoti o altre catastrofi, scappando prima del fenomeno.
La spiegazione è probabilmente legata alla percezione di frequenze non udibili dagli esseri umani.
Vista:
Il gatto riesce a vedere in condizione di scarsissima luminosità grazie al tapetum lucidum.
Come l'uomo, il gatto ha una visione binoculare che consente di percepire le distanze.
Tuttavia di giorno la sua vista è meno efficiente, anche se il gatto coglie comunque bene i movimenti, distinguendo difficilmente i dettagli degli oggetti.
È stata per lungo tempo controversa la capacità da parte del gatto di percepire i colori, ma recenti studi hanno dimostrato la capacità cromatica dell'occhio felino.
Addirittura, in alcuni casi emergerebbe un certo daltonismo, per cui diversi gatti confonderebbero il bianco col giallo, nonché il rosso col verde
Udito:
Come molti predatori anche il gatto ha un udito molto fine, aiutato dalla capacità di orientare i padiglioni auricolari, che isolano la fonte sonora interessata dai rumori ambientali rendendo possibile l'individuazione della sorgente.
Tra i mammiferi, l'ampiezza dell'audiogramma del gatto è notevole e arriva fino ai 50.000 Hz (mentre l'orecchio umano è limitato a 20.000).
La maggiore sensibilità alle alte frequenze lo favorisce nella caccia ai roditori che emettono tipiche alte frequenze.
La maggioranza dei gatti bianchi (più del 60%) è sordo da una o da entrambe le orecchie.
È stato dimostrato che l'allele W, all'origine del colore del pelo, è direttamente responsabile di una degenerazione dell'orecchio interno che provoca la sordità.
Il gatto nasce normale, ma dopo una settimana il suo orecchio, invece di svilupparsi, subisce delle alterazioni progressive.
La degenerazione si completa dopo tre settimane.
Olfatto:
Il gatto possiede 200 milioni di terminazioni olfattive, molte di più rispetto al cane, che ne ha dall'80 ai 100 milioni a seconda della specie, e all'essere umano, che ne ha 5 milioni; esse sono specializzate nell'individuazione del cibo.
In effetti ha una sensibilità a vari composti azotati, consentendo all'animale di stabilire, con grande sensibilità, se il pasto è rancido e andato a male: mentre il cane azzanna il boccone che gli viene dato, il gatto lo ispeziona annusandolo.
L'Organo di Jacobson è in grado di rilevare sensazioni sia olfattive sia gustative; esso ha lo specifico scopo di trasmettere gli stimoli sensitivi ai centri sessuali del cervello.
L'olfatto è anche importante nella sua vita sessuale: il maschio riesce a sentire l'odore della femmina a centinaia di metri di distanza.
Gusto:
Ha un senso del gusto molto sviluppato grazie al quale può percepire una minima variazione nel sapore dell'acqua.
Il gatto percepisce poco i sapori dolci.
Analogamente al cane, il gatto ha la maggior parte delle papille gustative sulla punta e sui bordi della lingua, ciò gli permette di ingurgitare direttamente i bocconi.
Le papille gustative del gatto hanno la forma di microscopici uncini (rivolti verso l'interno) adatti a scarnificare le ossa delle prede e alla pulizia del pelo
Tatto:
Anche il suo senso del tatto è ben sviluppato.
I suoi baffi, chiamati vibrisse, gli permettono di percepire piccole variazioni nella pressione dell'aria e ostacoli.
È anche grazie a essi che riesce a orientarsi nel buio più assoluto e a percepire le dimensioni dei piccoli spazi.
Possiede delle vibrisse anche sotto le zampe, sotto al mento e alle sopracciglia.
I cuscinetti sotto le zampe sono molto sensibili alle vibrazioni e la sua pelle è coperta di cellule tattili estremamente sensibili.
L'equilibrio durante le cadute: l'apparato vestibolare
Il suo sistema vestibolare è particolarmente sviluppato e gli conferisce un buon senso dell'equilibrio.
Ciò spiega la sua particolare capacità di rigirarsi durante una caduta per atterrare sulle zampe.
Se un gatto cade anche da una decina di metri dal suolo ed è girato di schiena, può rigirarsi ruotando dapprima la testa in direzione del suolo, poi le zampe anteriori e infine quelle posteriori.
Il gatto si ritrova allora con il ventre verso terra e assume una posizione che ricorda quella degli scoiattoli volanti.
Non sempre questa manovra riesce però a salvargli la vita.
Riproduzione:
Il maschio comincia a sviluppare le funzioni riproduttive verso i 3 mesi con l'aumento della produzione di testosterone, e verso i sei mesi appaiono delle spine sul suo pene.
A quest'età può cominciare a riprodursi sovente e marca il territorio spruzzando dei piccoli getti di urina dall'odore molto marcato.
La femmina diventa pubere al suo primo estro, periodo chiamato comunemente calore o fregola, che sopraggiunge in media tra i sette e dieci mesi.
A partire dal primo estro, che dura da uno a cinque giorni, la gatta è in grado di riprodursi.
In seguito avrà numerosi periodi di fertilità, generalmente da primavera ad autunno.
È possibile che una gatta sia nuovamente fecondata due settimane dopo il parto.
Durante l'accoppiamento, che dura tra 5 e 15 secondi, il maschio sale sulla schiena della femmina, le morde il collo e le controlla il torace agendo con le zampe sulla groppa per migliorare il controllo della postura e di conseguenza la penetrazione.
Durante il coito la femmina tende a gemere e a innervosirsi, perché le piccole spine presenti sul pene del maschio, orientate all'indietro, raschiano le pareti della vagina.
Questa stimolazione della vagina è necessaria per attivare l'ovulazione.
L'annidamento degli ovuli fecondati avviene uno o due giorni dopo l'accoppiamento e i gattini nati in uno stesso parto possono essere figli di padri differenti.
Quando i gatti vivono in gruppo, avviene una sincronizzazione tra l'estro delle femmine del gruppo.
Questo favorisce la sincronizzazione delle nascite e permette un allevamento in comune dei giovani.
L'allevamento comunitario è importante dato che, in caso di scomparsa di una delle madri, i gattini orfani vengono allevati dalle altre femmine.
In media da 2 a 8 gattini, di meno nelle primipare.
Il numero medio di una cucciolata è di 4 gattini, 2 in casi rari e 8 gattini in casi molto rari.
Il ventre della gatta comincia a gonfiarsi verso le quattro settimane di gestazione.
A circa 35 giorni, le mammelle della femmina ingrossano e si arrossano.
A 7 settimane, comincerà a cercare un posto calmo, adatto a partorire.
Circa venti minuti dopo le prime contrazioni, la gatta partorisce il suo primo gattino, poi, in generale, gli altri gattini arrivano ogni quindici minuti.
I gattini vengono al mondo in una sacca.
Sarà la gatta stessa ad aprirla, a recidere il cordone ombelicale e a lavare i suoi cuccioli, con dei colpi di lingua, per stimolare la prima inspirazione.
Poi mangerà la placenta, che è molto nutriente.
Non sono tuttavia inconsueti parti multipli che durano anche parecchie ore.
I gattini nei primi dieci giorni di vita mangiano ogni tre ore di giorno e ogni due ore di notte.
Il gattino nasce cieco (con gli occhi chiusi) e sordo.
Pesa da 100 a 110 grammi; quando apre gli occhi, intorno agli otto-dodici giorni, questi hanno un colore blu, fino al cambiamento definitivo verso i due mesi.
Tutti i gatti nascono con delle striature "fantasma" che spariscono lentamente con la crescita del pelo.
La gatta insegna ai gattini a lavarsi e a nutrirsi.
A quattro settimane porta loro la prima preda viva, poi a cinque settimane insegna i rudimenti della caccia.
L'emancipazione si produce tra le otto e le dodici settimane, ma la separazione dalla famiglia avviene a partire dall'età di circa otto settimane, quando la madre scaccia i cuccioli.
Comportamento:
Il gatto è un animale territoriale.
Il territorio del gatto ha un raggio attorno alla sua dimora di almeno 5 chilometri.
Il territorio viene delimitato emettendo feromoni, principalmente felinina.
L'interazione con gli altri gatti viene centrata sulla relazione con il territorio.
La memoria del territorio viene costruita additivamente, impara quanto viene "aggiunto" al territorio, ma non si accorge di quanto viene tolto.
Il gatto non è un animale unicamente solitario: a seconda dello spazio e delle risorse disponibili, i gatti possono formare delle strutture sociali che vanno dal gatto solitario in ambiente rurale, a dei larghi e densi gruppi in ambiente urbano.
Comunicazione:
I gatti comunicano tra di loro principalmente per mezzo dei feromoni e delle posizioni corporali.
Le ghiandole contenenti i feromoni si trovano in numerosi punti sul corpo: ghiandole anali, tra i cuscinetti sulle zampe, attorno alla coda, nel solco intermammario, attorno alla bocca e sulle guance.
Nei primi due casi si tratta generalmente di feromoni di allarme, che stimolano l'animale a evitare la zona quando non addirittura alla fuga.
I feromoni si depositano anche sulla saliva, nel materiale fecale e nell'urina.
Hanno il vantaggio di durare nel tempo, anche in assenza del gatto.
Possono essere deposti volontariamente per marcare il territorio, come, ad esempio, i feromoni emessi dalle ghiandole interdigitali durante le graffiature, per stabilire dei contatti sociali (tipicamente dalle ghiandole caudali) e quando il gatto si pulisce, oppure involontariamente, per stress (feromoni di allarme), attaccamento della madre ai suoi piccoli (dal solco intermammario, sono denominate anche C.A.P., Cat Appeasing Pheromone), con i feromoni sessuali (sempre dalla zona anale/caudale).
Con l'eccezione dei feromoni di allarme e sessuali, in generale l'effetto chimico agisce principalmente sullo stesso gatto che li ha emessi.
Attualmente sono stati evidenziati almeno cinque messaggi chimici mediati dai feromoni (F1-F5), di tre dei quali si è riconosciuto il significato:
Il gatto utilizza per comunicare anche una larga gamma di posizioni corporali.
La posizione generale del corpo, le sue mimiche facciali o il movimento della sua coda, degli occhi e delle orecchie indicano il suo stato emozionale.
Quando è spaventato o aggressivo tira indietro le orecchie e tende i baffi.
La coda sollevata è in segno di saluto.
Quando è spaventato e vuole incutere paura all'avversario fa una gobba e rizza il pelo per apparire più grosso.
Ondulando lentamente la coda esprimono serenità e divertimento, la coda ritta, con la sola punta piegata da un lato, è indice di benessere e di piacere.
La coda agitata ritmicamente, talvolta sbattuta con una certa forza da un lato all'altro mostra invece nervosismo che può trasformarsi in aggressività.
Altre volte la madre utilizza la sua coda per stimolare l'istinto di caccia della sua prole.
Comunicazione vocale:
Il miagolio è un verso caratteristico del gatto; il verbo miagolare deriva dall'onomatopea miao, stilizzazione del verso.
In genere il gatto è piuttosto discreto e miagola poco, ma alcune razze, come i siamesi, sono più loquaci di altre.
Il gatto grida sovente e fortemente quando cerca un compagno o una compagna.
In questo caso i miagolii sono emessi dapprima dalle femmine, all'inizio dell'estro, poi durante tutta la durata dell'accoppiamento, sia dal maschio che dalla femmina, con numerose variazioni possibili.
Più raramente il gatto emette un miagolio a scatti a bassa intensità, quando vede una preda fuori portata, come un uccello o un insetto volante.
Questi miagolii sono sovente accompagnati dallo scatto delle mandibole, una sorta di "battere i denti", alle volte accompagnati da vivi movimenti della coda.
Il gatto in posizione di attacco o di difesa, è anche capace di ringhiare, soffiare e sputare per intimorire e avvisare l'avversario.
Secondo alcuni ricercatori il soffio imita il comportamento del serpente.
Quando è aggressivo, specialmente in rapporto con altri suoi simili, il gatto può emettere un ringhio di tonalità molto bassa e profonda, che è considerato l'ultimo avviso prima dell'attacco.
Fusa:
Il meccanismo dell'emissione delle fusa dei gatti non è ancora conosciuto.
I felini non sembrano possedere un organo dedicato alle fusa.
Una prima ipotesi suppone una contrazione molto rapida dei muscoli della laringe, che comprimerebbe e dilaterebbe la glottide facendo vibrare l'aria che passa.
Un'ipotesi più antica evoca una vibrazione della vena cava, amplificata dai bronchi, dalla trachea e dalle cavità nasali.
Queste vibrazioni sonore si ritrovano nella maggior parte dei felini, ma il loro meccanismo e la loro utilità non sono ancora spiegati completamente.
I gatti sono gli unici felini che riescono a fare le fusa sia durante l'inspirazione che l'espirazione, senza "interrompere" il tipico suono.
Le fusa cominciano all'età di due giorni: durante l'allattamento i piccoli rassicurano in questo modo la madre che tutto va bene e questa non deve continuamente sorvegliarli.
Le fusa della madre, a loro volta, rassicurano i piccoli che sono al sicuro.
L'emissione delle fusa avviene anche durante la pulitura dei piccoli, ma può avvenire anche quando il gatto è malato, ferito o morente.
In questi ultimi casi è probabile che le fusa servano all'animale per rassicurarsi e farsi coraggio, o per richiedere un aiuto.
Sonno:
Il gatto necessita tra 12 e 16 ore di sonno, ma in generale dorme di più: dalle 15 alle 18 ore al giorno.
Resta così sveglio circa dalle 6 alle 9 ore una parte delle quali durante la notte per cacciare.
Il sonno del gatto comprende una grande proporzione di fasi di sonno paradossale durante le quali sogna: la durata quotidiana di questa fase dura da 180 a 200 minuti, mentre per l'uomo si attesta sui 100 minuti.
Durante le fasi del sonno paradossale, l'attività elettrica del cervello, degli occhi e dei muscoli è molto importante.
Si assiste al movimento delle vibrisse, a sussulti delle zampe o della coda, il pelo può rizzarsi e il gatto può cambiare posizione.
Il gatto effettua almeno 2 volte al giorno un sonno persistente, che occupa circa 6 ore.
Quindi la giornata di un gatto è di circa 12 ore.
Infatti, i gatti durante la notte dormono all'incirca 6 ore.
Ciò significa che dormono altre 6 ore durante il giorno.
Graffi:
La crescita degli artigli del gatto è continua e compensa l'usura naturale.
Il gatto può aggiustare la lunghezza e affilare i suoi artigli strofinandoli contro delle superfici rugose.
I graffi sono dei marchi visuali e odorosi.
Questo comportamento è per comunicare agli altri gatti l'appartenenza del territorio.
Pulizia:
Durante la pulizia ingeriscono molti peli che poi si accumulano nello stomaco, formando delle palle di pelo chiamate bezoari.
Questi perturberebbero il transito intestinale e vengono dunque vomitate per evitare l'occlusione intestinale. La pulizia reciproca tra gatti è riservata a quelli che si conoscono intimamente.
Si leccano per scambiarsi l'odore e per depositare sull'altro dei feromoni calmanti.
I gatti in natura scelgono dei luoghi con terra molle per depositare i loro escrementi.
Li coprono in seguito con della terra, grattando con le loro zampe anteriori.
L'odore degli escrementi innesca il loro interramento; ciò permetteva al gatto allo stato selvatico di non far individuare il proprio odore dai predatori e di diminuire i rischi di infezioni da parassiti.
Questo, quindi, è un atteggiamento quasi istintivo, e viene inculcato dalla madre ai cuccioli molto presto.
Il gatto produce escrementi una o due volte al giorno e urina fino a cinque volte al giorno, senza contare le attività di marcatura urinaria del territorio.
Quest'ultimo comportamento è riconoscibile perché il gatto alza la coda e rivolge la schiena verso l'oggetto che intende marcare.
Anche la defecazione è utilizzata come marcatura del territorio quando gli escrementi vengono depositati ben in vista nei luoghi di passaggio dei gatti (per esempio sopra un ceppo).
Con l'invecchiamento dell'animale il volume dell'urina può crescere a causa di frequenti problemi benigni di ipertiroidismo.
Le feci dei gatti possono essere veicolo di trasmissione all'uomo della Toxoplasmosi attraverso ingestione delle ovocisti sporulate.
Alimentazione:
Il gatto è essenzialmente carnivoro.
Il suo organismo necessita della taurina, un derivato degli amminoacidi che non sintetizza autonomamente, ma che ritrova nella carne.
Un gatto che non assimila una dose sufficiente di taurina svilupperà sintomi di disturbi oculari e cardiaci, un deficit immunitario e nelle femmine dei problemi riproduttivi.
I gatti si nutrono anche di erba, principalmente perché ciò li aiuta nella digestione.
Precisamente, l'assunzione della Nepeta cataria è tanto caratteristica da averle fatto meritare il nome comune di "erba gatta", datole in realtà dal Mattioli (herba gattaria).
In passato anche il Teucrium marum era ritenuto "erba da gatti".
Fra le erbe di possibile assunzione, c'è anche l'erba d'orzo.
Molte erbe, tuttavia, provocano il vomito, con il quale l'animale si libera (rumorosamente) di eventuali boli costituiti dal pelo che ingerisce involontariamente quando si lecca durante le operazioni di pettinatura.
Altre erbe di comune assunzione comprendono l'Arctium, la Calendula, il Carum carvi, l'Anethum graveolens, l'Echinacea, l'Euphrasia, il prezzemolo, il rosmarino e la valeriana.
Il cioccolato è tossico per i gatti, poiché contiene la teobromina che non può essere metabolizzata dal loro organismo (come pure da quello dei cani).
Già nei primi mesi di vita si possono osservare dei giochi di caccia nei gattini, talvolta utilizzando la coda della madre.
Anche il gatto utilizza le classiche tecniche di caccia dei Felidae, basate sull'appostamento e l'agguato.
Tali tecniche vengono trasmesse dalla madre nell'infanzia dell'animale (primi 5-6 mesi di vita) tramite il gioco.
Per uccidere la preda il gatto la morde generalmente alla nuca, rompendo così la colonna vertebrale.
Le prede più cacciate sono i piccoli roditori come i topi, ma possono anche essere lucertole, piccoli uccelli, pesci e insetti.
Altre volte può anche attaccare ricci, conigli e serpenti.
Non esita, in caso di bisogno, a nutrirsi anche di scarti.
I gatti domestici che hanno l'opportunità di cacciare fin da giovani divorano generalmente la loro preda.
In genere, prima di ucciderla giocano con essa prima di divorarla.
Alle volte la portano al padrone considerandolo un genitore adottivo poco abile nella caccia.
La convivenza con l'uomo:
Il gatto è un animale il cui addomesticamento è relativamente recente.
Le prime tracce di addomesticamento sono state trovate in Cina e risalgono al 5300 a.C.
Per questo conserva una sua naturale diffidenza e indipendenza.
Nei gatti non esiste una struttura gerarchica come nei cani, e dunque il suo rapporto con gli umani è diverso: l'essere umano viene considerato come una madre sostitutiva che è utile per procurare il cibo e garantisce protezione.
Il gatto infatti è un animale più legato al territorio che non al branco, a differenza del cane.
Non per questo il gatto non può provare affetto verso le persone e può anche essere protettivo.
Nella maggior parte dei casi , il suo atteggiamento verso il padrone è affettuoso e dolce in particolar modo se allevato da piccolo.
Il gatto può inoltre manifestare il proprio affetto verso il padrone facendo le fusa e allungando le zampe.
In tali momenti resta con gli occhi chiusi e il padrone, in una forma di imprinting, rappresenta per lui la vera madre.
Un altro modo di riconoscere l'umano come una "mamma" è quello di grattare il torace o un'altra parte del corpo del compagno umano con le zampe anteriori.
Questo comportamento è detto "fare la pasta" (o "fare la panettiera"), in quanto le zampe si muovono come le braccia di un uomo quando impasta la farina, ed è un'azione tipica dei gattini sotto allattamento che in questo modo stimolano la lattazione dalle mammelle materne.
Non è sempre un comportamento gradito agli umani, in quanto eseguito con le unghie sfoderate, ma va considerato comunque una dimostrazione di affetto in quanto viene appunto proiettata sul padrone la figura materna.
Può talvolta essere eseguito su oggetti, ad esempio vestiario, appartenenti al padrone oppure sulla base di appoggio quando riceve coccole particolarmente gradite.
Le carezze vanno effettuate con moderazione perché il pelo dei gatti è ricco di terminazioni nervose ultrasensibili alle manipolazioni.
I miagolii rivolti al compagno umano sono di diversi tipi: quello lungo e lamentoso per segnalare un corteggiamento, quello breve caratteristico del saluto e infine quello prolungato per una richiesta.
Si contano una cinquantina di razze differenti riconosciute con certificazioni.
Essenzialmente territoriale e crepuscolare, il gatto è un predatore di piccoli animali, specialmente roditori.
Per comunicare utilizza vari vocalizzi, le fusa, le posizioni del corpo e produce dei feromoni.
Può essere addestrato a obbedire a semplici comandi e può imparare da solo a manipolare svariati meccanismi, anche complessi, tra cui le maniglie delle porte o le chiusure delle gabbie.
È il felino col più vasto areale nel mondo e con la popolazione più numerosa, protagonista anche di fenomeni di inselvatichimento così ampi da determinarne l'inclusione nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo da parte dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Il nome italiano gatto deriva dal latino medievale gattus (VIII sec.), latino tardo cattus (IV sec.), classico catta (Marziale, c. 75 d.C.) di origine incerta, forse africana (cfr. nubiano kadīs e berbero kaddīska, "gatto"; arabo قط, "gatto maschio").
Il tipo catta/cattus ha soppiantato il termine tradizionale latino fēlēs in tutta la Romània (ma non nel rumeno, dove si usa pisică) e da questo deriva l'italiano gatto, lo spagnolo e portoghese gato, il francese chat.
Dal termine tardolatino derivano anche le parole corrispondenti celtiche (cfr. irl. cat, gall. cath, bret. kaz), germaniche (cfr. protogermanico *kattuz, da cui antico frisone katte, norr. köttr, neer. kat, a.a.t. kazza, ted. Katze, ags. catt, ingl. cat) e slave (cfr. antico slavo ecclesiastico котъка kotŭka, bulg. котка kotka, russo кошка koška, pol. kot), nonché il lituano kate e il finlandese katti) e il greco moderno γάτο.
Anatomia:
Parametri vitali del gatto:
- Temperatura corporea:
- Frequenza respiratoria:
- Frequenza cardiaca:
- Polso:
Questi dati possono variare a seconda: dell'età, dimensione, razza, allenamento, e grado di stress dell'animale al momento dell'esame.
Il suo corpo è agile, flessibile e massiccio, tale da consentirgli di camminare in modo silenziosissimo e di spiccare grandi salti; le sue unghie retrattili (più precisamente protrattili, dato che nella condizione ordinaria di riposo si trovano nascoste e sono estratte solo all'occorrenza) gli permettono di arrampicarsi e di afferrare con grande agilità.
Lo scheletro è formato da 250 ossa.
Le vertebre del collo sono corte e la colonna vertebrale molto mobile.
La clavicola dei gatti, come per tutti i felini, è piccola e collegata allo sterno unicamente da un legamento: ciò gli conferisce una grande mobilità visto che le spalle possono muoversi indipendentemente.
Le vertebre caudali prolungano la colonna; il loro numero è variabile in funzione della razza.
La coda ha un ruolo importante nel mantenimento dell'equilibrio.
Le zampe anteriori terminano con cinque dita fornite di artigli protrattili, formati da cheratina, ma solo quattro di essi toccano il suolo, visto che il pollice resta di fianco.
Esistono comunque casi di polidattilia felina in cui il gatto risulta avere sei o addirittura sette dita per zampa.
Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori, terminano con quattro dita fornite anch'esse di artigli protrattili.
I cuscinetti sono costituiti da membrane elastiche che gli conferiscono un'andatura silenziosa.
Sotto le zampe, come nel muso e sopra gli occhi sono anche presenti le "vibrisse" che hanno la funzione di controllare l'equilibrio del felino.
I muscoli dorsali sono molto flessibili e quelli delle zampe posteriori molto potenti.
Queste specifiche conferiscono all'animale una grande agilità e un'ampiezza quando salta: può saltare a un'altezza cinque volte superiore alla sua statura.
Nella corsa può raggiungere i 50 km/h e può fare 100 m in 7 secondi.
Ma non è un corridore di lunghe distanze e si stanca molto velocemente.
Contrariamente a quello che generalmente si pensa, tutti i gatti sanno nuotare molto bene e non esitano a gettarsi in acqua se costretti.
Un gatto pesa in media tra i 2,5 e i 4,5 kg e misura da 46 a 51 cm senza la coda che misura dai 20 ai 25 cm.
Sistema digestivo:
Come tutti i carnivori, l'ultimo premolare superiore e il primo molare inferiore formano i cosiddetti "ferini".
Questi permettono ai gatti di strappare il cibo, grazie ai potenti muscoli fissati alle pareti laterali del suo cranio, inghiottendo senza masticare.
La mandibola del gatto è fatta in modo che, pur consentendo unicamente una masticazione verticale, ha il vantaggio di permettere un effetto a forbice.
L'osso ioideo è ossificato internamente: ciò permette al gatto di fare le fusa, ma non di ruggire.
Contrariamente all'uomo, il gatto mastica poco e il processo di digestione comincia nello stomaco e non in bocca.
Lo stomaco del gatto è piccolo (circa 300 millilitri), ma possiede un'acidità molto elevata che è utile anche come mezzo di prevenzione delle infezioni digestive.
I suoi reni sono così efficienti da consentirgli di sopravvivere a una dieta basata solo su carne, senza ulteriore acqua, o da permettere di idratarsi anche bevendo acqua di mare.
Il suo intestino piuttosto corto (circa un metro per l'intestino tenue e da 20 a 40 cm per il colon) è tipico dei cacciatori di piccole prede.
Queste dimensioni spiegano perché il gatto deve mangiare frequentemente ma in piccole quantità (tra i 10 e i 16 pasti).
Il sistema digestivo del gatto è anche poco adatto alla varietà alimentare, che gli può causare delle diarree e dei vomiti.
Infine il transito degli alimenti nel sistema digestivo dei gatti è rapido: tra le 12 e le 14 ore.
I denti:
La cavità orale ha una grande apertura, o bocca, circondata da 2 labbra: il labbro superiore con le vibrisse (baffi) e il labbro inferiore, con un bordo libero e leggermente ondulato.
Palato e labbra sono generalmente rosa nei gatti bianchi o dal manto prevalentemente chiaro (rossi, bianchi e neri, bianchi e tigrati, ecc.), mentre nei gatti dal manto più scuro (ad es. prevalentemente tigrati o neri) labbra e palato possono essere marroni o neri, anche solo parzialmente.
Il palato è coperto da un piccolo numero di creste rialzate e serrate (creste palatine).
La lingua non presenta un solco mediano ed è corta e larga.
Grandi papille coniche cornificate ricoprono la lingua, rendendola molto ruvida (velcro) e ideale per le attività di pulizia personale.
La faringe collega la cavità orale all'esofago ed è anche collegata alla cavità nasale.
L'esofago è lungo, largo ed estremamente dilatabile.
Il gatto adulto possiede 30 denti, vere e proprie armi da caccia: 12 incisivi, 8 premolari, 6 molari e 4 canini.
Gli incisivi sono molto ridotti e servono, insieme alla lingua, per raschiare le ossa delle prede.
I premolari ed i molari sono a forma di lama e servono a recidere fibre muscolari e tendini (le carni della preda) e a frantumare le ossa.
L'ultimo premolare nella mascella superiore e l'unico molare nella mascella inferiore, sono detti denti carnassiali.
I 4 canini, come in tutti i felidi, sono particolarmente lughi ed affilati.
Molto robusti, sono anche riccamente innervati e questo ne fa degli organi di senso specializzati: con i canini, il gatto sente il punto esatto in cui mordere per uccidere la preda all’istante.
Il cranio compatto e globulare consente al gatto di sviluppare una forza masticatoria ottimale.
La mandibola del gatto, come quella di tutti i carnivori, esercita solo un movimento verticale che serve principalmente a macinare e tagliare.
La reale masticazione (uso dei molari) è minima.
La saliva inizia la preparazione del bolo alimentare e lubrica l'esofago.
I denti da latte o decidui sono 26.
L’eruzione dei denti da latte avviene intorno alla 3° settimana di vita mentre la sostituzione con i denti permanenti inizia dagli incisivi al 3° mese e verrà sostituita completamente dai denti permanenti verso il 6°-7° mese.
Tra i canini ed i premolari è presente uno spazio, che il gatto utilizza spesso per adagiare e "portare" le piccole prede (per es. lucertole) senza ucciderle o morderle, mantenedole in vita.
Il pelo:
Il colore del pelo è molto vario in funzione delle razze: si va dalle razze a pelo lungo fino a razze quasi del tutto senza pelo come lo sphynx.
Probabilmente in origine il pelo era di colore grigio-marrone tigrato adatto alla mimetizzazione durante la caccia.
La pelliccia del gatto è composta da peli lunghi che coprono la superficie esterna e da peli corti sotto.
Questo permette un buon isolamento termico.
Il manto di un gatto è composto da più colori che formano diversi motivi.
Certi esemplari hanno delle grandi macchie mentre altri delle striature o delle macchie più piccole.
Il colore del pelo di un gatto può avere più tinte (nero, bianco, rosso,...) più o meno diluiti o scuri.
Il maschio per delle ragioni genetiche può assumere solo uno o due colori alla volta, salvo rare eccezioni.
In principio solo le femmine possono portare tre colori (gatto calico o tartarugato).
Il gatto impiega molto tempo nella pulitura del suo pelo perché questo è molto importante per regolare la sua temperatura corporea.
La sua lingua è coperta da piccole papille che la rendono molto ruvida, e gli permettono di snodare il pelo durante la sua toelettatura (salvo casi particolari, i gatti si "lavano" ogni giorno).
Avendo un elevato rapporto fra superficie epidermica e peso, il rischio di dispersione termica è grande.
Se il pelo fosse in disordine o sporco, le caratteristiche isolanti sarebbero meno efficaci.
Inoltre in estate, il fatto di bagnare la pelliccia provoca un raffreddamento grazie all'evaporazione della saliva.
I gatti perdono il pelo all'inizio della stagione estiva per effetto della muta.
I sensi
Predatore crepuscolare, il gatto possiede dei sensi molto sviluppati.
Percepisce il mondo diversamente dagli esseri umani; è forse per questo che gli vengono associati dei poteri soprannaturali.
Esistono diverse storie che raccontano come dei gatti hanno predetto dei terremoti o altre catastrofi, scappando prima del fenomeno.
La spiegazione è probabilmente legata alla percezione di frequenze non udibili dagli esseri umani.
Vista:
Il gatto riesce a vedere in condizione di scarsissima luminosità grazie al tapetum lucidum.
Come l'uomo, il gatto ha una visione binoculare che consente di percepire le distanze.
Tuttavia di giorno la sua vista è meno efficiente, anche se il gatto coglie comunque bene i movimenti, distinguendo difficilmente i dettagli degli oggetti.
È stata per lungo tempo controversa la capacità da parte del gatto di percepire i colori, ma recenti studi hanno dimostrato la capacità cromatica dell'occhio felino.
Addirittura, in alcuni casi emergerebbe un certo daltonismo, per cui diversi gatti confonderebbero il bianco col giallo, nonché il rosso col verde
Udito:
Come molti predatori anche il gatto ha un udito molto fine, aiutato dalla capacità di orientare i padiglioni auricolari, che isolano la fonte sonora interessata dai rumori ambientali rendendo possibile l'individuazione della sorgente.
Tra i mammiferi, l'ampiezza dell'audiogramma del gatto è notevole e arriva fino ai 50.000 Hz (mentre l'orecchio umano è limitato a 20.000).
La maggiore sensibilità alle alte frequenze lo favorisce nella caccia ai roditori che emettono tipiche alte frequenze.
La maggioranza dei gatti bianchi (più del 60%) è sordo da una o da entrambe le orecchie.
È stato dimostrato che l'allele W, all'origine del colore del pelo, è direttamente responsabile di una degenerazione dell'orecchio interno che provoca la sordità.
Il gatto nasce normale, ma dopo una settimana il suo orecchio, invece di svilupparsi, subisce delle alterazioni progressive.
La degenerazione si completa dopo tre settimane.
Olfatto:
Il gatto possiede 200 milioni di terminazioni olfattive, molte di più rispetto al cane, che ne ha dall'80 ai 100 milioni a seconda della specie, e all'essere umano, che ne ha 5 milioni; esse sono specializzate nell'individuazione del cibo.
In effetti ha una sensibilità a vari composti azotati, consentendo all'animale di stabilire, con grande sensibilità, se il pasto è rancido e andato a male: mentre il cane azzanna il boccone che gli viene dato, il gatto lo ispeziona annusandolo.
L'Organo di Jacobson è in grado di rilevare sensazioni sia olfattive sia gustative; esso ha lo specifico scopo di trasmettere gli stimoli sensitivi ai centri sessuali del cervello.
L'olfatto è anche importante nella sua vita sessuale: il maschio riesce a sentire l'odore della femmina a centinaia di metri di distanza.
Gusto:
Ha un senso del gusto molto sviluppato grazie al quale può percepire una minima variazione nel sapore dell'acqua.
Il gatto percepisce poco i sapori dolci.
Analogamente al cane, il gatto ha la maggior parte delle papille gustative sulla punta e sui bordi della lingua, ciò gli permette di ingurgitare direttamente i bocconi.
Le papille gustative del gatto hanno la forma di microscopici uncini (rivolti verso l'interno) adatti a scarnificare le ossa delle prede e alla pulizia del pelo
Tatto:
Anche il suo senso del tatto è ben sviluppato.
I suoi baffi, chiamati vibrisse, gli permettono di percepire piccole variazioni nella pressione dell'aria e ostacoli.
È anche grazie a essi che riesce a orientarsi nel buio più assoluto e a percepire le dimensioni dei piccoli spazi.
Possiede delle vibrisse anche sotto le zampe, sotto al mento e alle sopracciglia.
I cuscinetti sotto le zampe sono molto sensibili alle vibrazioni e la sua pelle è coperta di cellule tattili estremamente sensibili.
L'equilibrio durante le cadute: l'apparato vestibolare
Il suo sistema vestibolare è particolarmente sviluppato e gli conferisce un buon senso dell'equilibrio.
Ciò spiega la sua particolare capacità di rigirarsi durante una caduta per atterrare sulle zampe.
Se un gatto cade anche da una decina di metri dal suolo ed è girato di schiena, può rigirarsi ruotando dapprima la testa in direzione del suolo, poi le zampe anteriori e infine quelle posteriori.
Il gatto si ritrova allora con il ventre verso terra e assume una posizione che ricorda quella degli scoiattoli volanti.
Non sempre questa manovra riesce però a salvargli la vita.
Riproduzione:
Il maschio comincia a sviluppare le funzioni riproduttive verso i 3 mesi con l'aumento della produzione di testosterone, e verso i sei mesi appaiono delle spine sul suo pene.
A quest'età può cominciare a riprodursi sovente e marca il territorio spruzzando dei piccoli getti di urina dall'odore molto marcato.
La femmina diventa pubere al suo primo estro, periodo chiamato comunemente calore o fregola, che sopraggiunge in media tra i sette e dieci mesi.
A partire dal primo estro, che dura da uno a cinque giorni, la gatta è in grado di riprodursi.
In seguito avrà numerosi periodi di fertilità, generalmente da primavera ad autunno.
È possibile che una gatta sia nuovamente fecondata due settimane dopo il parto.
Durante l'accoppiamento, che dura tra 5 e 15 secondi, il maschio sale sulla schiena della femmina, le morde il collo e le controlla il torace agendo con le zampe sulla groppa per migliorare il controllo della postura e di conseguenza la penetrazione.
Durante il coito la femmina tende a gemere e a innervosirsi, perché le piccole spine presenti sul pene del maschio, orientate all'indietro, raschiano le pareti della vagina.
Questa stimolazione della vagina è necessaria per attivare l'ovulazione.
L'annidamento degli ovuli fecondati avviene uno o due giorni dopo l'accoppiamento e i gattini nati in uno stesso parto possono essere figli di padri differenti.
Quando i gatti vivono in gruppo, avviene una sincronizzazione tra l'estro delle femmine del gruppo.
Questo favorisce la sincronizzazione delle nascite e permette un allevamento in comune dei giovani.
L'allevamento comunitario è importante dato che, in caso di scomparsa di una delle madri, i gattini orfani vengono allevati dalle altre femmine.
In media da 2 a 8 gattini, di meno nelle primipare.
Il numero medio di una cucciolata è di 4 gattini, 2 in casi rari e 8 gattini in casi molto rari.
Il ventre della gatta comincia a gonfiarsi verso le quattro settimane di gestazione.
A circa 35 giorni, le mammelle della femmina ingrossano e si arrossano.
A 7 settimane, comincerà a cercare un posto calmo, adatto a partorire.
Circa venti minuti dopo le prime contrazioni, la gatta partorisce il suo primo gattino, poi, in generale, gli altri gattini arrivano ogni quindici minuti.
I gattini vengono al mondo in una sacca.
Sarà la gatta stessa ad aprirla, a recidere il cordone ombelicale e a lavare i suoi cuccioli, con dei colpi di lingua, per stimolare la prima inspirazione.
Poi mangerà la placenta, che è molto nutriente.
Non sono tuttavia inconsueti parti multipli che durano anche parecchie ore.
I gattini nei primi dieci giorni di vita mangiano ogni tre ore di giorno e ogni due ore di notte.
Il gattino nasce cieco (con gli occhi chiusi) e sordo.
Pesa da 100 a 110 grammi; quando apre gli occhi, intorno agli otto-dodici giorni, questi hanno un colore blu, fino al cambiamento definitivo verso i due mesi.
Tutti i gatti nascono con delle striature "fantasma" che spariscono lentamente con la crescita del pelo.
La gatta insegna ai gattini a lavarsi e a nutrirsi.
A quattro settimane porta loro la prima preda viva, poi a cinque settimane insegna i rudimenti della caccia.
L'emancipazione si produce tra le otto e le dodici settimane, ma la separazione dalla famiglia avviene a partire dall'età di circa otto settimane, quando la madre scaccia i cuccioli.
Comportamento:
Il gatto è un animale territoriale.
Il territorio del gatto ha un raggio attorno alla sua dimora di almeno 5 chilometri.
Il territorio viene delimitato emettendo feromoni, principalmente felinina.
L'interazione con gli altri gatti viene centrata sulla relazione con il territorio.
La memoria del territorio viene costruita additivamente, impara quanto viene "aggiunto" al territorio, ma non si accorge di quanto viene tolto.
Il gatto non è un animale unicamente solitario: a seconda dello spazio e delle risorse disponibili, i gatti possono formare delle strutture sociali che vanno dal gatto solitario in ambiente rurale, a dei larghi e densi gruppi in ambiente urbano.
Comunicazione:
I gatti comunicano tra di loro principalmente per mezzo dei feromoni e delle posizioni corporali.
Le ghiandole contenenti i feromoni si trovano in numerosi punti sul corpo: ghiandole anali, tra i cuscinetti sulle zampe, attorno alla coda, nel solco intermammario, attorno alla bocca e sulle guance.
Nei primi due casi si tratta generalmente di feromoni di allarme, che stimolano l'animale a evitare la zona quando non addirittura alla fuga.
I feromoni si depositano anche sulla saliva, nel materiale fecale e nell'urina.
Hanno il vantaggio di durare nel tempo, anche in assenza del gatto.
Possono essere deposti volontariamente per marcare il territorio, come, ad esempio, i feromoni emessi dalle ghiandole interdigitali durante le graffiature, per stabilire dei contatti sociali (tipicamente dalle ghiandole caudali) e quando il gatto si pulisce, oppure involontariamente, per stress (feromoni di allarme), attaccamento della madre ai suoi piccoli (dal solco intermammario, sono denominate anche C.A.P., Cat Appeasing Pheromone), con i feromoni sessuali (sempre dalla zona anale/caudale).
Con l'eccezione dei feromoni di allarme e sessuali, in generale l'effetto chimico agisce principalmente sullo stesso gatto che li ha emessi.
Attualmente sono stati evidenziati almeno cinque messaggi chimici mediati dai feromoni (F1-F5), di tre dei quali si è riconosciuto il significato:
- F2 - è una marcatura di tipo prettamente sessuale e viene emessa dal maschio in calore.
- F3 - viene deposta sugli oggetti e nell'ambiente di cui fa parte il territorio del gatto. Ha una funzione tranquillizzante e inibisce lo stimolo alla marcatura urinaria. Esistono in commercio, per l'appunto, versioni sintetiche di queste secrezioni per i problemi di eccessiva marcatura urinaria dei gatti maschi negli ambienti domestici (Feliway). Tali feromoni sono anche detti facciali, in quanto vengono emessi da ghiandole poste sul muso dell'animale, mediante sfregamento della parte laterale del viso, dalla connessura labiale fino alla zona posta al di sotto delle orecchie. In pratica, lo strusciare la guancia del gatto è in realtà un'azione di marcatura feromonale F3.
- F4 - viene secreto per l'allomarcatura, ovvero la marcatura chimica dei conspecifici o dei familiari, incluso l'uomo. Uno degli effetti del feromone F4 è la riduzione dell'aggressività nel felino stesso.
Il gatto utilizza per comunicare anche una larga gamma di posizioni corporali.
La posizione generale del corpo, le sue mimiche facciali o il movimento della sua coda, degli occhi e delle orecchie indicano il suo stato emozionale.
Quando è spaventato o aggressivo tira indietro le orecchie e tende i baffi.
La coda sollevata è in segno di saluto.
Quando è spaventato e vuole incutere paura all'avversario fa una gobba e rizza il pelo per apparire più grosso.
Ondulando lentamente la coda esprimono serenità e divertimento, la coda ritta, con la sola punta piegata da un lato, è indice di benessere e di piacere.
La coda agitata ritmicamente, talvolta sbattuta con una certa forza da un lato all'altro mostra invece nervosismo che può trasformarsi in aggressività.
Altre volte la madre utilizza la sua coda per stimolare l'istinto di caccia della sua prole.
Comunicazione vocale:
Il miagolio è un verso caratteristico del gatto; il verbo miagolare deriva dall'onomatopea miao, stilizzazione del verso.
In genere il gatto è piuttosto discreto e miagola poco, ma alcune razze, come i siamesi, sono più loquaci di altre.
Il gatto grida sovente e fortemente quando cerca un compagno o una compagna.
In questo caso i miagolii sono emessi dapprima dalle femmine, all'inizio dell'estro, poi durante tutta la durata dell'accoppiamento, sia dal maschio che dalla femmina, con numerose variazioni possibili.
Più raramente il gatto emette un miagolio a scatti a bassa intensità, quando vede una preda fuori portata, come un uccello o un insetto volante.
Questi miagolii sono sovente accompagnati dallo scatto delle mandibole, una sorta di "battere i denti", alle volte accompagnati da vivi movimenti della coda.
Il gatto in posizione di attacco o di difesa, è anche capace di ringhiare, soffiare e sputare per intimorire e avvisare l'avversario.
Secondo alcuni ricercatori il soffio imita il comportamento del serpente.
Quando è aggressivo, specialmente in rapporto con altri suoi simili, il gatto può emettere un ringhio di tonalità molto bassa e profonda, che è considerato l'ultimo avviso prima dell'attacco.
Fusa:
Il meccanismo dell'emissione delle fusa dei gatti non è ancora conosciuto.
I felini non sembrano possedere un organo dedicato alle fusa.
Una prima ipotesi suppone una contrazione molto rapida dei muscoli della laringe, che comprimerebbe e dilaterebbe la glottide facendo vibrare l'aria che passa.
Un'ipotesi più antica evoca una vibrazione della vena cava, amplificata dai bronchi, dalla trachea e dalle cavità nasali.
Queste vibrazioni sonore si ritrovano nella maggior parte dei felini, ma il loro meccanismo e la loro utilità non sono ancora spiegati completamente.
I gatti sono gli unici felini che riescono a fare le fusa sia durante l'inspirazione che l'espirazione, senza "interrompere" il tipico suono.
Le fusa cominciano all'età di due giorni: durante l'allattamento i piccoli rassicurano in questo modo la madre che tutto va bene e questa non deve continuamente sorvegliarli.
Le fusa della madre, a loro volta, rassicurano i piccoli che sono al sicuro.
L'emissione delle fusa avviene anche durante la pulitura dei piccoli, ma può avvenire anche quando il gatto è malato, ferito o morente.
In questi ultimi casi è probabile che le fusa servano all'animale per rassicurarsi e farsi coraggio, o per richiedere un aiuto.
Sonno:
Il gatto necessita tra 12 e 16 ore di sonno, ma in generale dorme di più: dalle 15 alle 18 ore al giorno.
Resta così sveglio circa dalle 6 alle 9 ore una parte delle quali durante la notte per cacciare.
Il sonno del gatto comprende una grande proporzione di fasi di sonno paradossale durante le quali sogna: la durata quotidiana di questa fase dura da 180 a 200 minuti, mentre per l'uomo si attesta sui 100 minuti.
Durante le fasi del sonno paradossale, l'attività elettrica del cervello, degli occhi e dei muscoli è molto importante.
Si assiste al movimento delle vibrisse, a sussulti delle zampe o della coda, il pelo può rizzarsi e il gatto può cambiare posizione.
Il gatto effettua almeno 2 volte al giorno un sonno persistente, che occupa circa 6 ore.
Quindi la giornata di un gatto è di circa 12 ore.
Infatti, i gatti durante la notte dormono all'incirca 6 ore.
Ciò significa che dormono altre 6 ore durante il giorno.
Graffi:
La crescita degli artigli del gatto è continua e compensa l'usura naturale.
Il gatto può aggiustare la lunghezza e affilare i suoi artigli strofinandoli contro delle superfici rugose.
I graffi sono dei marchi visuali e odorosi.
Questo comportamento è per comunicare agli altri gatti l'appartenenza del territorio.
Pulizia:
Durante la pulizia ingeriscono molti peli che poi si accumulano nello stomaco, formando delle palle di pelo chiamate bezoari.
Questi perturberebbero il transito intestinale e vengono dunque vomitate per evitare l'occlusione intestinale. La pulizia reciproca tra gatti è riservata a quelli che si conoscono intimamente.
Si leccano per scambiarsi l'odore e per depositare sull'altro dei feromoni calmanti.
I gatti in natura scelgono dei luoghi con terra molle per depositare i loro escrementi.
Li coprono in seguito con della terra, grattando con le loro zampe anteriori.
L'odore degli escrementi innesca il loro interramento; ciò permetteva al gatto allo stato selvatico di non far individuare il proprio odore dai predatori e di diminuire i rischi di infezioni da parassiti.
Questo, quindi, è un atteggiamento quasi istintivo, e viene inculcato dalla madre ai cuccioli molto presto.
Il gatto produce escrementi una o due volte al giorno e urina fino a cinque volte al giorno, senza contare le attività di marcatura urinaria del territorio.
Quest'ultimo comportamento è riconoscibile perché il gatto alza la coda e rivolge la schiena verso l'oggetto che intende marcare.
Anche la defecazione è utilizzata come marcatura del territorio quando gli escrementi vengono depositati ben in vista nei luoghi di passaggio dei gatti (per esempio sopra un ceppo).
Con l'invecchiamento dell'animale il volume dell'urina può crescere a causa di frequenti problemi benigni di ipertiroidismo.
Le feci dei gatti possono essere veicolo di trasmissione all'uomo della Toxoplasmosi attraverso ingestione delle ovocisti sporulate.
Alimentazione:
Il gatto è essenzialmente carnivoro.
Il suo organismo necessita della taurina, un derivato degli amminoacidi che non sintetizza autonomamente, ma che ritrova nella carne.
Un gatto che non assimila una dose sufficiente di taurina svilupperà sintomi di disturbi oculari e cardiaci, un deficit immunitario e nelle femmine dei problemi riproduttivi.
I gatti si nutrono anche di erba, principalmente perché ciò li aiuta nella digestione.
Precisamente, l'assunzione della Nepeta cataria è tanto caratteristica da averle fatto meritare il nome comune di "erba gatta", datole in realtà dal Mattioli (herba gattaria).
In passato anche il Teucrium marum era ritenuto "erba da gatti".
Fra le erbe di possibile assunzione, c'è anche l'erba d'orzo.
Molte erbe, tuttavia, provocano il vomito, con il quale l'animale si libera (rumorosamente) di eventuali boli costituiti dal pelo che ingerisce involontariamente quando si lecca durante le operazioni di pettinatura.
Altre erbe di comune assunzione comprendono l'Arctium, la Calendula, il Carum carvi, l'Anethum graveolens, l'Echinacea, l'Euphrasia, il prezzemolo, il rosmarino e la valeriana.
Il cioccolato è tossico per i gatti, poiché contiene la teobromina che non può essere metabolizzata dal loro organismo (come pure da quello dei cani).
Già nei primi mesi di vita si possono osservare dei giochi di caccia nei gattini, talvolta utilizzando la coda della madre.
Anche il gatto utilizza le classiche tecniche di caccia dei Felidae, basate sull'appostamento e l'agguato.
Tali tecniche vengono trasmesse dalla madre nell'infanzia dell'animale (primi 5-6 mesi di vita) tramite il gioco.
Per uccidere la preda il gatto la morde generalmente alla nuca, rompendo così la colonna vertebrale.
Le prede più cacciate sono i piccoli roditori come i topi, ma possono anche essere lucertole, piccoli uccelli, pesci e insetti.
Altre volte può anche attaccare ricci, conigli e serpenti.
Non esita, in caso di bisogno, a nutrirsi anche di scarti.
I gatti domestici che hanno l'opportunità di cacciare fin da giovani divorano generalmente la loro preda.
In genere, prima di ucciderla giocano con essa prima di divorarla.
Alle volte la portano al padrone considerandolo un genitore adottivo poco abile nella caccia.
La convivenza con l'uomo:
Il gatto è un animale il cui addomesticamento è relativamente recente.
Le prime tracce di addomesticamento sono state trovate in Cina e risalgono al 5300 a.C.
Per questo conserva una sua naturale diffidenza e indipendenza.
Nei gatti non esiste una struttura gerarchica come nei cani, e dunque il suo rapporto con gli umani è diverso: l'essere umano viene considerato come una madre sostitutiva che è utile per procurare il cibo e garantisce protezione.
Il gatto infatti è un animale più legato al territorio che non al branco, a differenza del cane.
Non per questo il gatto non può provare affetto verso le persone e può anche essere protettivo.
Nella maggior parte dei casi , il suo atteggiamento verso il padrone è affettuoso e dolce in particolar modo se allevato da piccolo.
Il gatto può inoltre manifestare il proprio affetto verso il padrone facendo le fusa e allungando le zampe.
In tali momenti resta con gli occhi chiusi e il padrone, in una forma di imprinting, rappresenta per lui la vera madre.
Un altro modo di riconoscere l'umano come una "mamma" è quello di grattare il torace o un'altra parte del corpo del compagno umano con le zampe anteriori.
Questo comportamento è detto "fare la pasta" (o "fare la panettiera"), in quanto le zampe si muovono come le braccia di un uomo quando impasta la farina, ed è un'azione tipica dei gattini sotto allattamento che in questo modo stimolano la lattazione dalle mammelle materne.
Non è sempre un comportamento gradito agli umani, in quanto eseguito con le unghie sfoderate, ma va considerato comunque una dimostrazione di affetto in quanto viene appunto proiettata sul padrone la figura materna.
Può talvolta essere eseguito su oggetti, ad esempio vestiario, appartenenti al padrone oppure sulla base di appoggio quando riceve coccole particolarmente gradite.
Le carezze vanno effettuate con moderazione perché il pelo dei gatti è ricco di terminazioni nervose ultrasensibili alle manipolazioni.
I miagolii rivolti al compagno umano sono di diversi tipi: quello lungo e lamentoso per segnalare un corteggiamento, quello breve caratteristico del saluto e infine quello prolungato per una richiesta.